(Corriere della Sera) CITTA DEL VATICANO - Il Paese sta attraversando una grave crisi morale in cui sono diffusi comportamenti criminali che non trovano soluzione ed è «illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento», c'è invece bisogno di «una ricentratura profonda dei singoli soggetti e degli organismi sociali, sul senso e sulla ragione dello stare insieme come comunitá di destini e di intenti», in questo quadro è importante anche il ruolo della religione.
È questo l'allarme lanciato oggi pomeriggio da mons. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione con la quale ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente. Bagnasco ha sottolineato come vi siano «comportamenti criminali che non riescono a trovare una soluzione», fra questi ha indicato «il dramma recente e crescente degli incendi boschivi, provocati dall'uomo che in quest'ultima estate hanno messo in ginocchio intere zone del Paese». E proprio alla luce di fatti come questi, ha spiegato l'arcivescovo di Genova, «sembra che diventi sempre più friabile il vincolo sociale e si prosciughi quel tipo di solidarietà su cui una comunità strutturata deve fare affidamento se vuol essere un Paese non spaesato». Tuttavia, ha detto Bangasco, nonostante i fenomeni più deleteri enfatizzati dall'opinione pubblica, «la componente sana della società è ampiamente maggioritaria nel silenzio dignitoso e in spirito di sacrificio con ancoraggio nella fede cristiana».
CASA E LAVORO LE URGENZE - Di fronte al «problema particolarmente acuto» della casa, «la collettività ai vari livelli deve darsi uno slancio, e approntare quelle soluzioni di edilizia popolare che per vaste zone e in una serie di città appaiono veramente urgenti». È il forte appello di Bagnasco che «anche agli istituti bancari e di credito» fa presente questa emergenza perchè, «tenendo conto delle condizioni internazionali e secondo le loro possibilità e competenze, vogliano maggiormente contribuire con senso di equità ad una concreata soluzione del problema». Nella sua prolusione, l'arcivescovo di Genova ha voluto soffermarsi in particolare sul «dramma di coloro, pensionati o famiglie con un solo reddito, che sono raggiunti da provvedimenti di sfratto e non trovano altre opportunità». Ma, ha aggiunto, «pensiamo anche ai giovani fidanzati che vorrebbero sposarsi e nei loro progetti sono annichiliti per il problema dell'abitazione che non si trova oppure è inavvicinabile per le loro risorse. Ci sono inoltre situazioni di promiscuità, dove famiglie diverse sono costrette a vivere in uno stesso appartamento, magari fatiscente, e per ciò stesso non in grado di garantire un vicendevole rispetto».
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