Monaco - Londra - New York - Madrid - Sembra che ultimamente la Chiesa cattolica sia sottoposta a numerosi attacchi, da più parti. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello portato dalle critiche mosse dal presentatore del 'concertone' del 1 maggio romano, verso il Papa e la Chiesa, che hanno suscitato una ridda di polemiche . E' oramai da settimane che il nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Monsignor Angelo Bagnasco, riceve costanti minacce alla sua sicurezza. Il deputato Massimo Romagnoli, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione Europa, ha parlato di gravi minacce alla Chiesa, dicendosi "molto preoccupato per la sicurezza dei parroci italiani all'estero ". Romagnoli afferma che il Governo italiano non sta facendo niente per proteggere i valori della famiglia sotto costante minaccia.
Ma cosa ne pensano dal mondo delle parrocchie italiane all'estero di queste vicende? Padre Enrico, della Parrocchia di S.Andreas, di Monaco di Baviera in Germania, afferma di "seguire un pò da lontano le vicende italiane. Io personalmente qui non avverto nessun tipo di minaccia reale, forse questo può accadere per alcuni Stati ma non qui in Germania". Riguardo le minacce rivolte a Monsignor Bagnasco afferma che "che si facciano queste cose è incomprensibile e inaccettabile, ed è chiaro che la laicità dello Stato deve reagire, fare in modo che queste cose non si ripetano più".
Padre Javier dalla Parrocchia italiana di Madrid, dichiara di non aver molto presente a cosa si riferiscano le dichiarazioni dell'Onorevole Romagnoli. "Purtroppo non sono ben informato dei fatti, che forse hanno un risalto solamente in Italia. Qui la nostra comunità è piccola e non saprei che dire se non che i parroci qui sono ben inseriti e non ci sono problemi di sorta; sicuramente non ci sentiamo minacciati".
Più approfondite le considerazioni di Padre Giandomenico, della Chiesa del Redentore a Londra che dice che sarebbe "interessante capire perché Romagnoli fa queste affermazioni, in base a che cosa le fa. Perché sono affermazioni pesanti e farle senza un fondamento potrebbe essere un pò terroristico; voglio dire, definire la Chiesa come sotto attacco è qualcosa da considerare attentamente, poiché è vero che ci sono e ci sono sempre stati degli attacchi, ma di questo non fa parte quello a Monsignor Bagnasco. Io credo – spiega Padre Giandomenico – che gli attacchi che vengono rivolti a Bagnasco abbiamo poco a che vedere con il volere o meno la nuova forma di famiglia, con i Dico, ma che derivino piuttosto da interessi politici e pressioni di lobby di potere. Non è da adesso che la Chiesa è sotto attacco ma ci difendiamo bene, anche perché va bene il porgere l'altra guancia – scherza ma non troppo Padre Giandomenico – ma non dobbiamo nemmeno prenderle da stupidi!".
Riguardo il merito delle dichiarazioni dell'Onorevole Romagnoli, il religioso dice che "sarebbe bene che spiegasse cosa intende, perché se vuol dire che lo siamo in seguito alle minacce a Bagnasco è fuori strada. Io ovviamente mando tutta la mia solidarietà a Bagnasco ma io non penso che sia sotto attacco. Se vogliamo dire che ci sono delle lobbies che hanno di mira la Chiesa su questo sono d'accordo e ci sono da molto tempo. È ovvio che se si può fare qualcosa, se si possono togliere i pungiglioni e rendere inoffensive queste realtà è decisamente meglio, ma è sempre stato così. Vede, se uno è un bravo prete, che non dà fastidio allora lo lasciano in pace, ma se uno fa qualcosa che dà fastidio a queste lobby allora gli fanno la guerra. Che le lobby esistano ed esercitino pressione è risaputo, oserei dire naturale. In Gran Bretagna è fatto noto, le lobbies sono presenti ed importanti e condizionano il voto, cosa non difficile da fare in un Paese con così scarsa affluenza alle urne come la Gran Bretagna. In Italia senza la Chiesa si fa poco, è ovvio che ha una grande importanza, ed è normale che intervenga per difendere i propri valori. Le associazioni, gli enti e le lobbies che hanno interessi opposti hanno tutto il diritto di combattere per i propri di valori, ma non si può nemmeno pretendere di imporre un nuovo tipo di famiglia che non è naturale". Il riferimento è logicamente ai cosiddetti Dico, che stanno infiammando la scena politica italiana da qualche tempo a questa parte, una situazione che Padre Giandomenico definisce "molto intricata", data la situazione italiana dove "la Chiesa è più forte e può alzare la voce, la CEI è organizzata, non come qua in Inghilterra dove conta meno, quindi in Italia parla con maggior forza e peso e per questo crea più scompiglio. Resta il fatto ovviamente grave, che inviare proiettili in una busta non è il massimo della civiltà, poi si deve vedere esattamente quali sono le dichiarazioni fatte da Bagnasco anche se lo conosco come molto posato e non credo possano aver causato chissà cosa. Poi è chiaro che si deve fare di tutto per difendere i valori della famiglia, e qui lancio un'accusa – in tempi non sospetti – contro tutte le forze politiche italiane, che non hanno fatto assolutamente niente per difendere la famiglia. Sono d'accordo che ognuno può dirigere la propria vita sessuale come meglio crede ma perché si deve pretendere che diventi una legge per tutti? Nel Regno Unito i gay ad esempio possono adottare i bambini, e una delle agenzie preposte all'adozione è proprio la Chiesa. Allora cosa succede – spiega Padre Giandomenico – succede che adesso tutte le agenzie sono costrette ad aiutare i gay a adottare bambini. Noi abbiamo detto di no, perché così si entra in un mondo selvaggio, in una società piena di contraddizioni dove i gruppi di pressione gay sono molto ben organizzati e possono esercitare un certo potere. Siamo d'accordo che nessuno deve essere discriminato e gli omosessuali fanno benissimo ad organizzarsi in dei gruppi per tutelarsi, ma far sì che le proprie abitudini diventino costume mi sembra eccessivo. Qui nel Regno Unito il loro potere è notevole, non sono un gruppo indifeso e ripeto, anche se l'associazione è più che legittima, bisogna stare attenti". Ribadisce inoltre che "Bagnasco è un caso italiano e no si deve confondere questo con gli attacchi a più livelli che giungono alla Chiesa. Se vogliamo parlare delle missioni ad esempio – dichiara Padre Giandomenico – sappiamo che in alcune nazioni sono sottoposte a molte minacce, ma gli attacchi alle missioni ci sono anche all'interno della Chiesa stessa. Bisogna dire che ci sono degli enti a guida politica che guidano in parte le missioni cattoliche e questo non è corretto. Su questo la Chiesa deve agire, la direzione politica non deve prendere il sopravvento su tutto. Ecco, io voglio dire ai vertici della Chiesa che su questo si dovrebbero fare un esame di coscienza, perché questo è inaccettabile".
Dagli Stati Uniti la voce di Padre Walter, della St. Joseph Church di New York, il quale da una parte capisce come "in una società moderna ci sia sempre chi la può pensare in un altro modo ed è giusto che tutti possano esprimersi, chi la pensa in un modo e chi la pensa al contrario. Ma è anche vero che la libertà vera implica sempre il rispetto degli altri . Ora, se la Chiesa si presenta con le sue posizioni ci sta che chi non è d'accordo le contesti, ma non con le intimidazioni".
Ci racconta poi di come viene vissuto da lontano quel che sta accadendo in Italia. "Qui negli Usa sentiamo ogni giorno delle bombe in Iraq e degli attentati e rabbrividiamo a sentire che in Italia succedono queste cose, che ci sono dei gesti intimidatori e che ci stiamo mettendo in questo brutto cammino di violenza. Per me questi sono dei segni da fermare al più presto, perché se ogni volta che c'è una discussione su qualcosa si va all'intimidazione non so dove andremo a finire".
In che modo si può bloccare allora questo processo? Sarebbe forse il caso che il Governo italiano itervenisse? "Non credo, io penso piuttosto che la cosa debba essere lasciata morire così – ci dice Padre Tonelotto – per dimostrare a questa poca gente che stanno proprio andando fuori dai binari. Non gli si deve dare alcun peso".
Per quanto riguarda le preoccupazioni espresse dell'Onorevole Romagnoli sulla sicurezza delle parrocchie italiane all'estero, Padre Tonelotto si dice "non preoccupato. La situazione qui è molto tranquilla, siamo una vecchia parrocchia italiana e svolgiamo la nostra azione da tanto tempo. Io non mi sento affatto in pericolo". (News ITALIA PRESS)
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