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lunedì 3 dicembre 2007

Il chierichetto di Este e la versione della sua chiesa.

(Alberto Grassetto - Padovablog) Dopo l’ennesima apparizione televisiva di Alberto Ruggin a Buona Domenica e dopo le tante segnalazioni da parte dei nostri lettori noi di Blogolandia Padova abbiamo deciso di sentire la voce dell’altra parte ovvero della Chiesa delle Grazie di Este. A rispondere ai nostri dubbi circa la buonafede di Alberto Ruggin è Carlo Zaramella portavoce della parrocchia. Ecco il testo della lettera con cui ci ha risposto:

Carissimo Alberto,
sono Carlo Zaramella, responsabile ACR della Parrocchia Santa Maria delle Grazie di Este. Ho visto la mail che hai mandato a Lorenzo. Intanto ti ringrazio per il pensiero. Finalmente
qualcuno che ha visto “oltre” a tutto quello che in questi giorni è stato scritto e detto sull’ormai tristemente noto “Caso Ruggin” . Tu ci chiedi la verità su quanto è accaduto. Sarebbe facile dirti che tutto sembra essere stato costruito ad arte, che tutto sembra sia stato pianificato. Sarebbe facile dirti che a pensare male si indovina sempre. Sarebbe facile dirti che siamo in possesso dei contenuti della pagina personale in internet, all’interno del portale www.me2.it, di Alberto Ruggin, contenuti che a nostro modo di vedere inchiodano Alberto a precise ed oggettive responsabilità.
Io sono già intervenuto sui giornali locali, anche con una lunga lettera pubblicata in prima
pagina ne “Il Mattino di Padova”, sull’intera vicenda. La mia posizione personale è che tacere non sia la soluzione migliore, che per amore della Verità e della chiarezza si debbano spendere alcune parole. La parrocchia lo ha già fatto con un comunicato stampa ufficiale molto sintetico ma chiaro e preciso, che puoi leggere all’interno del sito internet nella parrocchia www.santamariadellegrazieeste.it

Ti rispondo quindi per sommi capi:

  1. Alberto non è stato cacciato dalla nostra Chiesa e dalla nostra Comunità.
  2. La sua natura di omosessuale non ci interessa minimamente nè è oggetto della vicenda per quanto ci riguarda. Quando sui giornali si è letto “Cacciato dal coro perché gay” o quando Alberto stesso, a mezzo stampa e televisione, ha sostenuto questa tesi, nulla di più falso!
  3. Ad Alberto è stato chiesto di sospendere la sua attività di corista solista - bada bene, solista perchè lui non faceva parte di nessuno coro della parrocchia - e di aiuto catechista perchè l’ostentazione con cui ha rivendicato la sua natura di omosessuale e le posizioni da lui assunte all’interno della sua pagina personale in internet prima e di sostegno dei matrimoni gay poi, non si sposano con il ruolo che quei servizi da lui prestati comportano, ovvero di testimonianza autenticamente vissuta della propria Fede.
  4. Francamente rimango e resto stupito di quanto è successo, perchè si taccia di fatto la Chiesa di oscurantismo semplicemente perchè rimane salda nei suoi principe e nei valori della Fede, che vedono nel matrimonio naturale il fondamento stesso della vita e della famiglia. Un cattolico convinto e praticante queste cose le conosce bene.
  5. Se Alberto non condivide più queste posizioni della Chiesa, con grande franchezza deve prendere atto che nella Chiesa non si riconosce più. Cantare durante la liturgia, animare la Liturgia stessa, svolgere il servizio di aiuto catechista: tutto questo richiede una fede alle spalle, ma se si mette di fatto in discussione tale fede come si può pretendere di continuare a svolgere questi servizi?

Spero di essere stato chiaro nella risposta. Come con chiarezza concludo dicendo che come cristiano cattolico convinto e con gioia non ho nulla di personale con Alberto, anche se tutto ciò che ha creato e suscitato ha ferito profondamente la mia comunità parrocchiale ed i miei sacerdoti don Paolino e don Ruggero. Ma lui “è e rimane figlio amato della Chiesa” e questo dobbiamo tenerlo sempre presente in ogni nostra azione, gesto e parola.

Fraternamente,
Carlo Zaramella
Responsabile ACR Parrocchia Santa Maria delle Grazie di Este.
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Ndr. In pratica tutta una montatura quella del giovane chierichetto. O meglio: tutti sapevano per cui il suo coming-out era del tutto superfluo a meno che non facesse parte di un ben altro disegno. Almeno così sembra. Alla prossima puntata.

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