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giovedì 4 ottobre 2007

Walter chiedimi scusa" la lettera della moglie a Veltroni.

(Temis blog) "Egregio direttore - Con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso dei ventitré anni trascorsi accanto a un uomo pubblico, amministratore, politico illustre mai stato comunista e ora candidato alla leadership del Partito democratico, qual è mio marito. Ho ritenuto che il mio ruolo dovesse essere circoscritto prevalentemente alla dimensione privata, con lo scopo di portare serenità ed equilibrio nella mia famiglia. Ho affrontato gli inevitabili contrasti, le assenze prolungate, Kerry Kennedy sempre in visita, Robert De Niro che bivacca sul divano, le compilation notturne, i romanzi, l'Africa, le Maldive, i matrimoni di Totti e di Tom Cruise e i momenti più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e discrezione.
Ora basta. Scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso di un'intervista a Maria Latella: "Voglio Veronica Lario in squadra". Non solo, apprendo che la signora e mio marito si sono già visti. "L'ho incontrata qui in Campidoglio e mi sembra abbia due caratteristiche rare, entrambe utili a questo paese: è open minded e ha una grande autonomia intellettuale... sarebbe bello disporre di un contesto dove Veronica Berlusconi possa dare un suo contributo. Tra l'altro, in questi anni, ho molto apprezzato la sua discrezione".

Sono affermazioni ammiccanti che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per l'età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figlie) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. Tanto più che, notato con il consueto understatement, ultimamente mio marito è molto cambiato: alle "Invasioni Barbariche" di Daria Bignardi, venerdì scorso, ha fatto apprezzamenti eccessivi sulla bellezza di una deputata, Stefania Prestigiacomo, e ha ripetuto in diretta televisiva quella vecchia battuta di Steve Martin: "Non potrei mai essere una donna starei tutto il giorno a toccarmi le tette", mentre doveva soltanto presentarsi come unico candidato possibile al sogno di una nuova stagione.
Non mi vergogno di affermare che, con quei sorrisetti, assomigliava tremendamente a Silvio Berlusconi.

Il cerimoniale per Afef
A mio marito e all'uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente, e con l'occasione chiedo anche se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi "La metà di niente". Non mi era sfuggito, lo sappia Walter, il cerimoniale per Afef Tronchetti Provera, ma nel corso del rapporto con mio marito avevo scelto di non lasciare spazio al conflitto, anche quando i suoi comportamenti berlusconiani ne hanno creato i presupposti.

Questa linea di condotta incontra un unico limite, la mia dignità di donna che deve costituire anche un esempio per i figli. Oggi nei confronti delle mie figlie femmine l'esempio di donna capace di tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un'importanza particolarmente pregnante. RingraziandoLa per avermi consentito di esprimere il mio pensiero, La saluto cordialmente
Flavia Prisco Veltroni"

PS: la lettera è pubblicata da "Il Foglio" di oggi come "anteprima mondiale" e sarebbe stata anticipata perchè diretta a Repubblica. Secondo noi è una sonora bufala perchè lo stile e il destinatario ricalcano troppo quella di Veronica Berlusconi.






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