(Redazione TG La/) Ai sondaggi si può credere, oppure no.
Leggendo oggi il Corriere della sera, che pubblica i risultati di 4 istituti di ricerca (eurisko, ipr, ekma, ispo) che hanno fatto monitoraggi dell'elettorato nel mese di settembre, emergono però alcune costanti.
Primo. Se si votasse oggi, il centro-destra (al 49,7 nel 2006) raccoglierebbe tra un minimo del 52,5 e un massimo del 54,2 per cento dei voti; il centro-sinistra, per converso, imploderebbe tra il 43,8 e il 45,5. Una debacle.
Secondo. Forza Italia (al 23,7 nell'aprile dell'anno scorso) si collocherebbe tra il 27 e il 30 per cento. Il partito democratico tra il 26,2 e il 28, ben al di sotto del 31,3 raggranellato insieme da Ds e Margherita nel 2006.
Terzo. Ci sono altre due formazioni che, come Forza Italia, i sondaggi indicano unanimemente in crescita: a destra la lega con una percentuale tra il 5, valore minimo, e il 6, valore massimo (contro il 4,6 precedente). A sinistra l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, che dal 2,3 salirebbe al 3,1 oppure, nell'ipotesi migliore, al 4,2. Segno che è pagante mettersi in scia a Beppe Grillo e alla tigre dell'antipolitica.
Morale. Non esiste più il voto ideologico, ma quello d'opinione. E noi italiani le opinioni le cambiamo ormai repentinamente. Riporteremmo tra gli applausi Berlusconi a palazzo Chigi con la stessa velocità con cui abbiamo voluto rimuoverlo tra i fischi. Sintomo di umoralità, è vero. Ma c'è da dire che loro, i politici tutti, purtroppo danno una mano alla nostra incostanza. Perchè è certo sbagliato limitarsi a urlare che "il re è nudo".
Epperò pure lui, il sovrano, dovrebbe preoccuparsi di rimanere vestito. E possibilmente con abiti poco costosi.
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