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giovedì 4 ottobre 2007

Il Consiglio d'Europa censura il Patriarca Ortodosso.

Iniziativa di Giampaolo Silvestri, il religioso aveva detto che l'omosessualità è una "malattia".

Strasburgo, 4 ott. - I commenti del Patriarca della Chiesa ortodossa russa Alessio II contro i gay di fronte all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa non sono passati incensurati.

Dopo il suo discorso di martedì a Strasburgo, in cui ha decritto l'omosessualità come una "malattia", una petizione di censura promossa dal senatore italiano Gianpaolo Silvestri (Verdi) ha invitato il leader religioso a "rispettare, piuttosto che negare, i diritti fondamentali delle minoranze religiose".
Nella petizione, sottoscritta da circa 40 deputati, tra cui l'ex vicepremier britannico John Prescott e l'onorevole di Forza Italia Dario Rivolta, si sottolinea che il dialogo tra le culture e le religioni deve essere basato sul rispetto reciproco e la tolleranza.

"Esortiamo il Patriarca Alessio II ad evitare un linguaggio che incita all'intolleranza e a rispettare, piuttosto che negare, i diritti fondamentali delle minoranze religiose", si legge nella petizione, in cui si ricorda che già in passato Alessio II ha condannato l'omosessualità e ha appoggiato la decisione delle autorità di vietare il Gay Pride a Mosca.

Il Consiglio d'Europa è un'organizzazione pan-europea che promuove il rispetto dei diritti umani e che non ha nulla a che fare con le istituzioni europee.
L'Assemblea parlamentare è composta dai deputati nazionali dei 47 Stati membri; l'Italia è rappresentata da 18 membri permanenti, tra cui figurano i nomi di Silvio Berlusconi, Piero Fassino, Lorenzo Cesa, Roberto Maroni, Marcello Dell'Utri, e da 18 sostituti.






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