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giovedì 4 ottobre 2007

Il Papa: "La Chiesa non mira a vantaggi economici e potere"

Il messaggio di Ratzinger al nuovo ambasciatore d'Italia presso il Vaticano.
"La Chiesa non è un agente politico, ma ha interesse al bene della comunità politica".
Nessun accenno diretto alle polemiche delle ultime settimane. "Il vincolo di collaborazione fra Santa Sede e Italia è stretto".

"La Chiesa non si propone mire di potere, né pretende privilegi o vantaggi economici e sociali". Così Benedetto XVI nel messaggio al nuovo ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, che questa mattina ha presentato le sue credenziali al Papa. Parole, quelle del Papa, pronunciate a un mese dalla querelle innescata dalla decisione della Commissione Ue, di chiedere al governo italiano chiarimenti sul regime fiscale della Chiesa. Da Ratzinger anche un richiamo al Concordato, quando afferma che "la Chiesa cattolica chiede di essere considerata per la sua specifica natura e di poter svolgere liberamente la sua peculiare missione per il bene non solo dei propri fedeli, ma di tutti gli italiani". E alle "grandi sfide" che "caratterizzano l'età postmoderna", fra cui "la difesa della vita umana in ogni sua fase".

"La Chiesa non è un agente politico"
. Benedetto XVI cita il suo intervento al Convegno ecclesiale, che si è svolto a Verona nell'ottobre del 2006, e usa le identiche parole di allora per ribadire che "la Chiesa non è, e non intende essere un agente politico", ma "nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico".
"Riaffermare indipendenza di Stato e Chiesa". Il Pontefice sottolinea il principio secondo cui "la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti", principio "autorevolmente presentato anche dalla Costituzione della Repubblica italiana", e nel quale "vengono riaffermate sia l'indipendenza e la sovranità dello Stato e della Chiesa, sia la reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e del bene dell'intera comunità nazionale". Nel perseguire tale obiettivo, aggiunge il Papa, "la Chiesa non si propone mire di potere, né pretende privilegi o aspira a posizioni di vantaggio economico o sociale. Suo solo scopo è servire l'uomo, ispirandosi alle parole e all'esempio di Gesù".

"L'Italia difenda la vita". Il Papa non fa alcun cenno diretto agli attacchi subìti nelle ultime settimane dal fronte politico e da quello giornalistico, e anzi definisce "stretti" i "vincoli di cooperazione" che "caratterizzano i rapporti" tra la Santa Sede e l'Italia. Infine, formula l'auspicio che il Paese sappia "custodire gelosamente l'eredità culturale e spirituale che lo contraddistingue, e che fa parte integrante della sua storia". La fedeltà alle proprie radici, aggiunge, "sia ancor più stimolo a affrontare in modo adeguato le grandi sfide che contarassegnano l'età post-moderna: tra queste mi limito a citare la difesa della vita umana in ogni sua fase, la tutela dei diritti della persona e della famiglia, la costruzione di un mondo solidale, il rispetto del creato, il dialogo interculturale e interreligioso".

"Sì al progresso, ma con valori umani e cristiani". L'Italia deve continuare "sulla via dell'autentico progresso", ma sempre "promuovendo i valori umani e cristiani", che costituiscono "un irrinunciabile patrimonio ideale e che hanno dato vita alla sua cultura e alla sua storia civile e religiosa".






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