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martedì 9 ottobre 2007

I frati di Assisi e la fiction su Francesco, "Ben raccontata". "No, film approssimativo".

I conventuali del Sacro Convento giudicano la mini serie di Rai 1 sul Poverello.
Il giudizio non è unanime. Registrato comunque un picco di 7 milioni di telespettatori.

(Orazio La Rocca - La Repubblica) "Una fiction dignitosa, ben raccontata in alcuni tratti, aderente alla vicenda storica, umana e spirituale di San Francesco e Santa Chiara, ottimamente interpretati da Ettore Bassi e Mary Petruolo". "No, è un film approssimativo, privo di respiro ascetico e teologico, con una scenografia carente, una fotografia non all'altezza e una Chiara più credibile, nella recitazione, di Francesco. Quasi una brutta copia del Francesco di Zeffirelli".

Non è unanime il giudizio dei frati conventuali del Sacro Convento di Assisi su Chiara e Francesco, la mini serie sul Poverello trasmessa da RaiUno domenica e ieri sera. Un film tv che ha, comunque, fatto registrare nella prima parte un picco di circa 7 milioni di telespettatori, pari a uno share di circa il 30 per cento (il più alto della serata).

Padre Vincenzo Coli, custode del Sacro Convento, parla di "film dignitoso, con buone sottolineature, come, ad esempio, il rapporto tra Chiara e Francesco, raccontato senza la retorica dei due fidanzatini, un episodio storicamente non provato. Anche se è vero che i due si stimavano e che, come si vede nel film, si volevano bene in Cristo". Padre Coli promuove pure i due attori protagonisti, anche se "la figura di Chiara mi sembra meglio impostata negli sguardi e nella profonda dolcezza del viso".


Per il custode un "altro aspetto positivo del film è l'aver messo al centro della storia il ruolo del Vangelo, che Francesco applicò alla lettera fin dal suo primo abbraccio al lebbroso". Ma secondo padre Coli "è difficile fare paragoni con altri film su San Francesco, anche se quello di Rossellini resta sempre un capolavoro e Fratello Sole, Sorella Luna di Zeffirelli è certamente il migliore in assoluto, per la recita, il racconto e la bellezza delle immagini".

Per un altro frate del Sacro Convento, padre Silvestro Bejan, "è un film molto reale, senza mistificazioni e sdolcinature, in grado di rispondere ad alcune domande del nostro tempo". Placet anche da frà Marcello Daga che loda "il rigore storico di una fiction che ha il merito di non essere caduta in aspetti retorici come il presunto fidanzamento di Chiara e Francesco, che come si vede anche nel film, non erano coetanei".

"A me è piaciuto un po' meno - confessa padre Andrea Zichichi - sia per le scene che per i costumi, storicamente non in sintonia col racconto". "E invece è una brutta copia di Zeffirelli sotto tutti i punti di vista", taglia corto padre Antonello Fanelli, responsabile delle vocazioni francescane. Giudizi, parzialmente condivisi da padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento, che pur ammettendo che "il film ha il merito di veicolare comunque il messaggio francescano", parla di "carenze tecniche nelle immagini e nella scenografia: un peccato perché la ricchezza delle immagini avrebbe potuto compensare meglio la profondità teologica ed umana del santo, che così poteva essere rappresentata con più rigore. Il film, però, è ugualmente piaciuto e come figli di Francesco attenti anche alla comunicazione siamo contenti e grati a chi l'ha fatto. Speriamo - conclude padre Fortunato - che la Rai continui su questa strada, magari presentando altri grandi cristiani di ieri e di oggi, senza dimenticare due grandi papi come Paolo VI e Pio XII".

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