Divide La campagna antidiscriminazioni della Regione Toscana.
L'ArciGay: «Messaggio forte e chiaro. L'omosessualità non è una scelta ma un dato immutabile da rispettare».
(Il Corriere della Sera - Marco Gasperetti)
FIRENZE — Il testimonial è un neonato. Un bel bambino roseo e paffuto, la mano sinistra protesa verso la bocca nel gesto, sublime e atavico, della suzione del pollice. Una perfetta e tranquillizzante icona dell'infanzia, quell'immagine, se non ci fosse qualcosa di inusuale e «diverso». Una fascetta da polso sulla quale, invece del nome del piccolo, c'è scritto homosexuel, omosessuale in francese. Il neonato gay è l'ultima trovata di una campagna pubblicitaria contro le discriminazioni di genere che la Regione Toscana ha presentato ieri con il patrocinio del ministero delle Pari opportunità provocando proteste e polemiche. Il manifesto, stampato in migliaia di copie, sarà affisso sui muri delle città toscane, negli uffici pubblici, davanti alle scuole.
Diventerà il frontespizio di cartoline, copertina di brochure e depliant. E sarà pure il logo di una «due giorni», venerdì e sabato, contro le discriminazioni — inserita nel Festival della Creatività — alla quale parteciperanno il ministro Barbara Pollastrini, i governatori Claudio Martini e Nichi Vendola, esperti e studiosi internazionali. Durante l'evento sarà allestita anche una mostra con i manifesti anti omofobia realizzati in altri paesi europei e negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda e in Canada. L'idea del manifesto choc, che ha provocato una raffica di giudizi negativi ma anche l'approvazione delle organizzazioni gay, è venuta ad Agostino Fragai, Pd, assessore ai Diritti dei cittadini e al suo collaboratore Alessio De Giorgi, presidente dell'ArciGay toscana.
«Con questa immagine lanciamo un messaggio forte e chiaro — spiega De Giorgi —. L'omosessualità non è una scelta ma un dato immutabile da rispettare». L'immagine del neonato gay è stata realizzata dalla fondazione canadese Emergence, organismo che si batte contro la discriminazione di genere, e ceduta gratuitamente alla Toscana. Regione italiana all'avanguardia in questo campo, che già nel 2004 ha varato una legge contro le discriminazioni sessuali e pochi mesi fa ha presentato una carta prepagata, con un contributo pubblico, per agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro di transessuali e transgender. Anche allora ci furono polemiche.
«La Toscana è all'avanguardia e l'Italia dovrebbe seguirla» hanno commentato il presidente nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso, e Franco Grillini, parlamentare della Costituente socialista e leader storico del movimento omosessuale in Italia. Di segno apposto i commenti del centrodestra. Il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè, giudica il manifesto raccapricciante: «Strumentalizzare i neonati per far credere che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata — dice — è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico e sociale». Isabella Bertolini, vicepresidente de deputati di Forza Italia: «Dopo la tessera sanitaria per gli immigrati, la regione rossa tenta di affermare un modello alternativo di società dove domina l'indeterminatezza sessuale. E per raggiungere l'obiettivo usa un neonato in modo strumentale e ideologico». Massimo Polledri (Lega) parla di propaganda simile a quella adottata dal regime durante il ventennio fascista quando i bambini erano vestiti da balilla, chiede che i manifesti siano ritirati e annuncia un'interrogazione parlamentare.
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