(gianmariomariniello.it) E’ sempre un rischio scrivere post del genere: l’accusa di essere “fascista, reazionario, omofobico, razzista, etc.” è la risposta più facile a chi cerca di fare un ragionamento non confome al pensiero dominante sulla omosessualità.
Non ho alcun problema con gli omosessuali, se non con quelli che ostentano la propria sessualità (tipo le carnevalate del Gay pride) ed in alcuni casi quasi la manifestano come se fosse un “qualcosa in più”: tipo robette “meglio essere maschi (o femmina)”.
Il manifesto - oggettivamente choccante, nell’accezione negativa del termine - è servito a fare pubblicità alla regione Toscana, non certo a risolvere il problema della discriminazione omosessuale.
Tra l’altro non so se l’omosessualità sia un qualcosa di genetico (così la pensa anche Sarkozy) o altro, d’altronde non lo sa per certo nemmeno la comunità scientifica. La Regione Toscana però ha la verità in tasca (un po’ come Pecoraro Scanio e la sua conferenza sul clima) e fa un manifesto dove dichiara “la omosessualità non è una scelta”.
È uno slogan ideato - come ha detto l’assessore regionale Agostino Fragai - per «sottolineare come l’omosessualità non possa essere considerata un vizio».
Forse Fragai non si rende conto che in questo modo priva gli omosessuali del loro libero arbitrio, e li condanna a una condizione di dipendenza genetica che qualcuno, Dio non voglia, potrebbe chiamare malattia, gli ha risposto oggi su Il Giornale un ottimo Michele Brambilla.
Voglio mettere da parte per un attimo dispute etiche, religiose e scientifiche: umilmente mi limito nel mio piccolo a constatare che il buon Fragai (di mestiere funzionario di partito) è Assessore regionale alle “Riforme istituzionali, federalismo, attuazione dello Statuto; rapporti con gli enti locali, aree metropolitane e città metropolitana; rapporti con i cittadini e promozione della partecipazione; rapporti con gli ordini professionali” e mi viene subito da dire che se le Regioni avessero meno competenze e meno assessori inutili, schifezze come quelle del manifesto non vedrebbero la luce.
Populismo? Demagogia? Puro buon senso conservatore, direi…
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