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giovedì 27 settembre 2007

Edizione straordinaria: Mario Giordano lascia Studio Aperto. Arriva Giorgio Mulè.

(tvblog) Clamorosi giri di valzer tra tre note testate italiane. Mario Giordano, la discussa mente di Studio Aperto, lascia la sua creatura di sempre, compreso l’impertinente Lucignolo, per passare alla direzione de Il Giornale di Paolo Berlusconi.

A divulgare quest’anticipazione è Dagospia, che in più annuncia il passaggio di consegna tra Giorgio Mulè e Giordano.
Sarà l’attuale direttore di Video News a dirigere Studio Aperto mentre Maurizio Belpietro, dal Giornale, passa a Panorama (data prevista di insediamento il 15 ottobre).
Facciamo un po’ di conti. Mulè altro non è che l’ispiratore di Tempi Moderni, il rotocalco del sabato sera tutto cronaca trucida e niente gossip. Vederlo sbarcare nella fossa dei leoni potrebbe comportare un dietro-front editoriale del Tg di Italia1 o un rinnegamento dei propri principi da parte dello stesso Mulè.
Non a caso, il divorzio di Irene Pivetti dallo staff di Tempi Moderni fu proprio dovuto alla sua immagine troppo trasgressiva, che strideva con un’identità giornalistica ostile a tutto ciò che è patinato.
Riuscirà l’ex censore di Video News, che tutt’al più si concede qualche servizio frivolo a Verissimo, a sposare il trend ammiccante di Studio Aperto?
A dire il vero, Giordano era già pronto a un passo indietro, visto che l’aria di restyling imperante nell’informazione italiana gli imponeva di ridurre i ritmi e puntare di più sulla verità dei fatti. A testimoniare l’auspicato cambio di rotta è appena l’ultimo numero di Sorrisi e Canzoni Tv

“‘Studio Aperto è sempre stato diverso, è sempre stato avanti. Ecco perchè mi è venuta voglia di cambiare tutto. Sto immaginando una nuova veste più ruvida per il mio Tg. Penso a cronisti affannati, a collegamenti esterni continui e movimentati, per non dare semplicemente le notizie, ma per mostrare come nascono e come vengono raccolte. Tutti i tg stanno premendo sull’acceleratore per aumentare il ritmo. Io, che ho seguito questa strada per molto tempo, inizio invece a pensare che sia arrivato il momento di rallentare, di dare più aria alle notizie. Sia all’interno del notiziario, sia in una serie di speciali”.

Peccato che questa revolution sia come un fulmine a ciel sereno e venga naturale chiedersi se vedremo ancora lacrime e gnocche alle sei e mezza di sera.

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