Giorgio Napolitano è la personalità che suscita maggiore fiducia negli italiani. Il presidente della Repubblica nel sondaggio di fine luglio della Ipsos ha ottenuto l'82%.
(Il Corriere della Sera) I duri attacchi in piazza di Grillo, Travaglio Co. per aver firmato il Lodo Alfano non hanno condizionato il giudizio degli italiani, che vedono nel capo dello Stato una figura di garanzia: «Napolitano ha ottenuto piena fiducia per il suo ruolo super partes, rassicurante in questo momento di dialogo interrotto tra le forze politiche», spiega Nando Pagnoncelli, Ad della Ipsos. «Negli ultimi dodici mesi — continua — la fiducia in Napolitano è cresciuta di 10 punti e si sta avvicinando ai livelli raggiunti da Ciampi, presidente tra i più amati, alla fine del suo settennato: superò il 90%». Il sondaggio della Ipsos viene aggiornato mensilmente da diversi anni e misura il grado di fiducia nei confronti di 50 personalità del mondo politico- istituzionale e di alcuni esponenti di quello delle imprese. Al secondo posto, ma a distanza, gli intervistati hanno indicato l'ex leader di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: è al 57%, in crescita rispetto al 48-49% registrato quando si parlava di un suo possibile ingresso in politica. Stessa percentuale per il presidente della Camera Gianfranco Fini, che «è cresciuto di 5 punti dopo la nomina istituzionale, premiato anche lui dalla funzione super partes » precisa Pagnoncelli, ricordando che «si tratta di un fenomeno simile a quello di Pier Ferdinando Casini, che ebbe un incremento di popolarità dopo l'incarico a Montecitorio». Insomma, le figure di garanzia istituzionale in questo momento sono premiate dagli italiani, che invece hanno tolto consensi a Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, scesi dal 56-57% di maggio al 53% il premier, al 52% il leader del Pd: «Luglio è stato un mese turbolento — spiega Pagnoncelli — con le discussioni sul Lodo e la giustizia. Chi sperava nel dialogo, tra gli elettori di Pd e Pdl, ha perso fiducia». Sono in crescita, invece, Giulio Tremonti con il 51% (nel precedente governo Berlusconi si aggirava al 40%), Pierluigi Bersani con il 52% (5 punti in più rispetto a un anno fa quando era ministro), Renato Brunetta e Roberto Maroni al 50% (più 3 e 2 punti rispetto a giugno), dopo gli interventi sulla pubblica amministrazione e in tema di sicurezza
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