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giovedì 31 luglio 2008

La Storia secondo Grillini. Omosessuali al confino nell’Italia fascista. Ma che inesattezze!

(Franco Grillini - Il domani di Bologna) Il nonno è sempre il nonno e non si tocca, anche se di nome fa Benito e di cognome Mussolini. E’ così che la verace nipote si è assegnata il ruolo di difensore a tutto tondo della sua memoria litigando persino durante la campagna elettorale sui presunti meriti del fascismo e dell’augusto parente che ne fu il promotore e l’inventore.
Anche nell’intervista a KlausCondicio Alessandra Mussolini, figlia della figlia del fratello del dittatore*, non si smentisce e si lancia in una alquanto ardita difesa della presunta tolleranza del nonno verso gli omosessuali (“non li ha mai odiati”), e al solito ci ripropone il clichè degli amici omosessuali della famiglia (ormai proprio tutti per difendersi dall’accusa di omofobia parlano dei loro amici gay che non mancano mai in ogni famiglia che si rispetti).
Per la verità, come ci dice il bel libro di Lorenzo Benadusi (Il nemico dell’uomo nuovo, Feltrinelli) l’omofobia del regime era evidente, tanto più con la ventata puritana seguita alla firma dei patti lateranensi con il Vaticano dopo il 29, che non a caso è l’anno della defenestrazione per “pederastia” di Augusto Turati popolare segretario del Pnf di cui Mussolini nonno dava il seguente giudizio: “A me interessano le persone dalla cintola in su, a Turati dalla cintola in giù”. In realtà fu una congiura di palazzo a far fuori il segretario e con la stessa argomentazione un anno dopo venne di fatto destituito il successore Giuriati. L’omofobia tipica delle dittature e l’uso spregiudicato dell’accusa ritenuta infamante di immoralità, di soggiacere al “vizio contronatura”, per far fuori gli avversari interni del regime si è visto all’opera per tutto il ‘900 percorso dai regimi autoritari dall’Italia di Mussolini, alla Germania di Hitler (vedi il massacro delle Sa accusate in toto di essere omosessuali) alla Russia di Stalin che criminalizzo l’omosessualità nel 1936 mandando in Siberia un numero imprecisato di persone accusate del “vizio borghese”. E’ interessante da questo punto di vista sentire cosa dice Mussolini stesso della vicenda Turati : “La voce pubblica, agitata da Roberto Farinacci, venne catapultata su Turati, che, dal punto di vista dei rapporti con l'altro sesso, non era e non è un cherubino. Finché guidò le sorti del partito, lo sostenni. [...] Farinacci, da anni, attendeva il momento per sistemarlo, una volta per sempre. … Turati fu sommerso dalla calunnia… la sua omosessualità fu una fosca favola inventata dall'uomo di Cremona ai suoi danni. Ma, in Italia, quando la voce pubblica, comunque organizzata, colpisce, nulla è possibile fare per renderla inoperante” (citato da Benadusi).
Che il fascismo avesse le minoranze nel mirino, quella omosessuale compresa, non è in dubbio, tant'è che la stessa nipote del duce lo ammette come dato di fatto storico. In seguito all’emanazione delle leggi razziali molti prefetti vedranno nell’omosessualità e nella pratica omosessuale un reato politico passibile di confino. E’ quello che succede ad alcune centinaia di persone che vengono arrestate e deportate soprattutto alle isole Tremiti ma anche in altri luoghi di “villeggiatura” come li ha definiti Berlusconi.
Per esempio Ponza dove era detenuto Pertini che ne parla ad una intervista a Silverio Corvisieri. I detenuti omosessuali erano isolati dagli altri detenuti politici che non li amavano ne li aiutavano. L’omofobia era forte anche tra i confinati politici e i detenuti comuni. Tra angherie e stenti l’esperienza del confino per gli omosessuali si conclude nel 1941 quando il regime aveva bisogno di concentrarsi sui detenuti politici mentre per gli autori del “turpe vizio” si incentivava l’istituto dell’ammonizione prefettizia.
Fino al 1986 di questa persecuzione si sapeva poco o nulla perché la storiografia ufficiale non riteneva molto importante studiare ed approfondire l'argomento. Soltanto alcuni film, peraltro pregevoli, avevano affrontato il tema come “Gli occhiali d’oro” tratto dal libro di Bassani e il famosissimo film di Ettore Scola “Una giornata particolare” dove, ironia della sorte, la protagonista è proprio una straordinaria Sofia Loren zia di primo grado di Alessandra Mussolini**.
L'archivio degli omosessuali confinati dal fascismo fu scoperto dal sottoscritto con l'aiuto della sezione bolognese dell'Aned (associazione nazionale deportati dal fascismo e nazismo) e del suo leader storico Osvaldo Corazza in collaborazione con la sezione romana dell'Anppia, associazione nazionale perseguitati politici italiana antifascisti.
All’archivio di stato erano conservati decine e decine di fascicoli riguardanti in confinati omosessuali con tanto di foto segnaletiche e con tutta la storia della loro detenzione. Un materiale incredibilmente interessante che per la prima volta poteva essere consultato e fotocopiato grazie ad una legge che consentiva di superare i 70 anni previsti per questo tipo di studio essendo la materia di carattere storico.
Fu in questo modo che in qualità di presidente Arcigay di quel tempo (1986), diedi incarico a Giovanni Dall'Orto di studiare la drammatica vicenda dei perseguitati e confinati omosessuali dal fascismo. In sostanza quindi è stata Arcigay a sollevare la questione, a trovare gli archivi, e a consentire agli storici di ricostruire la verità delle persecuzioni agli omosessuali dopo l'entrata in vigore delle leggi razziali.
Successivamente è stato scritto un bellissimo saggio sul tema da parte di Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio dal titolo “La città e l'isola”, Donzelli, e un altro bel libro a fumetti di Luca De Sanctis e Sara Colaone, “In Italia sono tutti maschi”, Kappa edizioni, presentato in occasione del pride bolognese.
Di certo si può dire che la dittatura fascista non costruì i fornì crematori –ma aiutò i nazisti ad alimentarli-, ed anche probabile, come dice Alessandra Mussolini, che i vari gerarchi avessero tra i loro amici persone omosessuali, ma ciò non toglie che rimanga l'imperitura vergogna delle leggi razziali che consentirono ad alcuni “zelanti” prefetti, di interpretare il comportamento omosessuale come reato politico esattamente come succede oggi nell'Iran di Ahmadinejad, come successe nella Germania di Hitler e come accadde nell'Unione sovietica di Stalin.
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*Ad un politico non è ammessa l'gnoranza, nella storia contemporanea, quella stessa storia che consegnerà l'Italia alla democrazia dopo le tragedie della dittatura e della guerra. Alessandra Mussolini, è figlia di Romano Mussolini (ultimo figlio maschio del duce e di donna Rachele) e di Maria Scicolone sorella di Sofia, in arte Sophia Loren. Il fratello del duce, Arnaldo non risulta abbia avuto figlie ma solo un figlio maschio mortogli prematuramente.

** Il ridicolo in tutta questa storia è che anche Alessandra Mussolini ha una piccola parte nel
film, quello di Maria Luisa. Un film totalmente antifascista e di denuncia per quello che riguardava la condizione femminile ed omosessuale. Era l'epoca in cui aveva la "nipotina" ambizioni "artistiche"... Sapeva Alessandra che stava recitando in un film che denunciava in modo molto duro il regime di suo nonno? Probabilmente no...

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