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giovedì 31 luglio 2008

Il primo giorno d’inverno, un film sul bullismo alla 65a Mostra del cinema di Venezia.

Sarà presentato in anteprima mondiale alla 65a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Il primo giorno d’inverno, opera prima del regista milanese Mirko Locatelli.

Il film, in concorso nella sezione Orizzonti, è prodotto dalla casa di produzione cinematografica Officina Film in associazione con Deneb Media e con il supporto dell’Assessorato all’Istruzione della Provincia di Milano.

Scritto a quattro mani con la compagna e produttrice Giuditta Tarantelli, il lungometraggio vede i suoi giovani protagonisti quasi tutti alla prima esperienza cinematografica: Mattia De Gasperis, Alberto Gerundo, Andrea Semeghini e la piccola Michela Cova, alla sua primissima e sorprendente prova recitativa; nel cast inoltre si segnala la partecipazione di Giuseppe Cederna.

Il film racconta la storia di Valerio, un adolescente solitario che osserva il mondo dei suoi coetanei stando in disparte. Valerio ha una sorella di dieci anni, un vecchio motorino e due nemici che lo tormentano. Un giorno però gli si presenta una possibilità, finalmente può vendicarsi provando a combattere con le stesse armi del nemico. Ma ad attenderlo troverà solo il dolore e la disperazione.

“Il film affronta temi presenti, talvolta anche in modo drammatico, nel mondo degli adolescenti – dichiara Mirko Locatelli, il regista – è una riflessione sulle relazioni basate su prepotenza e sopraffazione: racconta una storia di bullismo e identità sessuale in adolescenza, il bullismo meno visibile però, quello che non agisce esclusivamente perpetrando violenza fisica ma che si manifesta attraverso altre forme di prepotenza che determinano l’esclusione dal gruppo e l’emarginazione di chi è considerato diverso. Parla di ragazzi vicini fisicamente ma personalmente soli e abbandonati, figli di una società omologante che li ha abituati a pensare individualmente e ad esprimersi con il linguaggio della violenza, ragazzi che spesso faticano a trovare unità in un progetto comune e che, spinti dal disprezzo per le diversità, non possono che generare dolore ed emarginazione, rischiando di esserne a loro volta vittime.

Il primo giorno d’inverno ha un significato simbolico: è il momento del solstizio, in cui il sole sembra abbandonarci completamente per cedere il passo alla notte più lunga di tutte. L’anno che si è avvicinato alla fine, portando con sé la totale oscurità, ora viene lasciato alle spalle e il flusso si inverte. E’ un momento di morte e rinascita, come la fine dell’adolescenza ma anche come una ruota che compie il suo giro. Nella nostra storia il momento del dolore più grande obbliga i personaggi a tentare un’altra strada, un percorso diverso, dove la fiducia nell’altro sarà la chiave per nuove possibili relazioni.”

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