Quanto contano in Iran le opinioni espresse sui blog? Secondo l’università di Harvard è lo spazio pubblico più aperto per le discussioni, tenendo conto del controllo sui mass media (stampa, televisione, radio) nella Repubblica islamica (la ricerca in pdf). Alcuni giovani iraniani che scrivono online sono critici verso il regime. Ma sul web discutono anche di altri argomenti: diritti umani, religione, cultura e poesia, un tema che appassiona soprattutto il pubblico femminile. Scrivono gli autori dello studio: “L’essenza della democrazia non è la regola della maggioranza, ma come la maggioranza è formata”. Sono spiragli di libertà che sembrano preoccupare le autorità in una nazione in cui l’età media della popolazione è di 26 anni (in Italia è di 42). E siti popolari come Facebook e Flickr sono già stati bloccati. La scure di Teheran si è già abbattuta sui giornalisti. Reporter senza frontiere, inoltre, denuncia che l’anno scorso due cronisti trentenni, Hassanpour e Botimar, sono stati condannati a morte per “attività sovversive contro la sicurezza nazionale”: la pena capitale è stata riconfermata per Hassanpour, Botimar è in attesa della nuova sentenza.
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