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lunedì 7 luglio 2008

Nozze gay, un consigliere del Pd ci prova.

(Michele Perla - Il Giornale) Vivevano insieme da due anni, ed alla fine hanno deciso di formalizzare la loro unione attraverso il matrimonio. Nozze, tuttavia, che per la legge italiana non hanno alcun valore giuridico, visto che gli sposi sono due donne. Ma Anna e Barbara hanno organizzato il tutto perché di questa loro decisione rimanesse traccia ufficiale, a fronte di ogni evenienza. Così, nei giorni scorsi hanno organizzato la cerimonia, invitando parenti e amici, ma soprattutto i testimoni e una figura pubblica. Nella fattispecie un consigliere comunale di Garbagnate Milanese, del Partito democratico, che ha celebrato, fuori del Municipio e senza alcuna delega, il rito civile unendo in matrimonio le due donne. Il documento sottoscritto da Anna e Barbara, controfirmato dai testimoni e avallato dal consigliere comunale, oggi non ha valore giuridico. Più che altro si tratta di un «contratto». «Un domani però, se la legge cambierà, potrebbe essere la prova che attesta la nostra unione già da anni – spiegano le protagoniste -; inoltre se una di noi sta male o sarà incapace ad esprimersi, i testimoni saranno garanti che a decidere per lei potrà essere l'altra». Anna, garbagnatese di nascita, ha 31 anni; Barbara, milanese sua coetanea, ha deciso di lasciare casa e andare a vivere con lei dopo una lunga amicizia. Una convivenza non certo facile, visto che la legge non prevede per le coppie omosessuali gli stessi diritti delle coppie etero. Da qui il tentativo di dare un contributo alla battaglia per l'equiparazione, compiendo il singolare passo. Quello di unirsi in matrimonio in maniera diversa dal solito. «Siamo consapevoli di ciò che abbiamo fatto e siamo pronte a combattere anche per chi non ha possibilità di esporsi pubblicamente per far valere i propri diritti» ha dichiarato Anna. Della vicenda delle due giovani si discute in paese, dove i giudizi positivi non sempre riescono ad appannare i pregiudizi. Ma le critiche maggiori sono indirizzate al consigliere comunale che ha benedetto l'unione. «Se la legge non prevede certe nozze – è il commento -, perché un rappresentante eletto dai cittadini deve prestare la propria carica istituzionale a questa sorta di farsa, anche se provocatoria?».

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