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lunedì 7 luglio 2008

Cultura. I misteri di Dalì tra cinema e pittura.

In mostra al Moma di New York fino a settembre quadri, bozzetti e fotogrammi che raccontano il lungo rapporto dell'artista catalano con l'arte filmica. Da Hitchock a Buñuel.
(Eleonora Attolico - L'Espresso) Maestro del surrealismo, artista prolifico ed eclettico, lungo tutta la sua carriera Salvador Dalì amò il cinema, non solo traendone ispirazione per la sua opera pittorica ma collaborando spesso con scenografi e registi. Questo aspetto della sua attività è ora al centro di una ricca retrospettiva, dal titolo Dalì: Painting and Film, inaugurata presso il Museum of Modern Art (MOMA) di New York il 29 giugno e in programma fino al 15 settembre.
Chi dovesse trovarsi nella Grande Mela durante l'estate avrà modo non solo di scoprire 130 quadri ma anche sceneggiature, disegni, lettere del geniale pittore spagnolo, nonché fotogrammi dei film ai quali diede il suo contributo. Dalì (1904-1989) non collaborò con grandi registi come Luis Buñuel, Alfred Hichcock, i fratelli Marx e Walt Disney, ma trasse anche ispirazione da una serie di pellicole per realizzare alcuni quadri importanti.

Spiega Anne Morra, curatrice della parte cinematografica della mostra: "Dalì fa parte della prima generazione di artisti che conobbero il cinema e se ne abbeverarono lungo tutto il loro percorso artistico". A Figueras, la città catalana che diede i natali al pittore, la prima sala cinematografica venne inaugurata pochi mesi prima della nascita di Dalì. In mostra si nota il fotogramma di "Un chien andalou", il film surrealista per eccellenza, realizzato nel 1929 insieme a Luis Buñuel e ispirato ai sogni dei due ideatori. La pellicola si apre con una delle prime scene horror della storia del cinema: un uomo taglia con un rasoio l'occhio di una donna (in realtà è l'occhio di un bovino).

Altro film "scandalo" realizzato dal duo Buñuel-Dalì è "L'Age D'or" del 1930. Narra l'amore impossibile tra un uomo e una donna ed è un pamphlet visionario che esalta l'amour fou contro le istituzioni-baluardo dei valori borghesi: Chiesa, Stato, Esercito. Anche qui trionfano le invenzioni visive, le paranoie psicanalitiche tra scheletri di vescovi, giraffe buttate fuori dalla finestra, pini in fiamme, e un Cristo che esce dal castello delle 120 giornate di Sodoma. Il film, finanziato da Charles de Noailles, fu proiettato per sei giorni allo Studio 28 di Parigi e venne poi devastato da squadre di estrema destra. Alcuni quadri dipinti da Dalì nello stesso periodo come "I primi giorni di primavera" (1929) e "Illumined Pleasures" (1929) traggono ispirazione dalla preparazione di questi due film.

Altre immagini "forti", su cui Dalì continuò a lavorare sono una mano mozzata, un'ascella pelosa che si trasforma in un riccio di mare, un'invasione di formiche, un gruppo di asini in decomposizione che si ritrovano in diversi quadri come "Dispositivo e mano" (1927) e le soddisfazioni del desiderio (1929). La mostra si articola in sei sale, in cui sono proiettate su maxi-schermi diversi spezzoni di film da paragonare costantemente con le opere esposte. "I primi giorni di primavera" (1929) rivela l'interesse del maestro spagnolo per la prospettiva cinematografica e per le dissolvenze. Dalì era anche uomo di grande umorismo.

Apprezzava Buster Keaton, Charlie Chaplin e i fratelli Marx, conobbe Harpo Marx nel 1936 e per lui scrisse diverse sceneggiature, disegnando schizzi e bozzetti. Negli anni Quaranta il nome di Dalì si legò indissolubilmente al Surrealismo. Negli Stati Uniti divenne una celebrità e partì per la California, collaborando le major hollywoodiane.
Fu ingaggiato dalla Twentieth Century Fox per realizzare tre minuti da incubo, una sequenza di "Ondata d'amore" ( Moontide, 1942) di Fritz Lang e "Archie Mayo" con Jean Gabin e Ida Lupino in cui Dalì racconta la discesa agli inferi di uno scaricatore di porto che, in preda ad uno stato di ubriachezza, uccide un uomo. Prendendo spunto dalla scena del film, realizzò schizzi e un dipinto ad olio in cui trasforma il porto in un paesaggio surrealista. Altra collaborazione eccellente fu quella con Hitchcock, per il film "Io ti salverò" (Spellbound, 1945) con Ingrid Bergman e Gregory Peck. La famosa sequenza del sogno fu disegnata dal maestro, divisa in quattro parti, e purtroppo pesantemente tagliata dal produttore David O' Selznick che accorciò il film di 20 minuti. Infine da segnalare la collaborazione con Walt Disney con il quale realizzò diversi disegni, tra questi una storia d'amore di Chronos, il dio del tempo con una ragazza. I lavori di Dalì sono poi stati ripresi recentemente dal disegnatore John Hench con una squadra della Disney che li ha rimontati insieme in un corto di sette minuti, dal titolo "Destino". Il MOMA ha organizzato per tutta l'estate la proiezione dei film secondo un calendario consultabile sul sito del museo. La mostra si chiude con un paio di chicche; tra questi il ritratto di Laurence Olivier nel "Riccardo III" (1955) a dimostrazione dell'amore di Dalì per le grandi produzioni.
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Dalì Painting and Film
MOMA, West 53rd Street, New York 10019
Tel: 001 212 708 94 00
Catalogo: Dalì & Film. Prezzo 40 $-60$ (copertina rigida)

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