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giovedì 7 febbraio 2008

A Bologna un "assessorato" per donne e gay crea imbarazzo tra i cattolici del Pd. Cdl contraria.

Tramontata l´idea di una delega alla Famiglia, la nuova proposta della giunta crea imbarazzo tra i cattolici del Pd. La Virgilio vara l´ufficio delle differenze. Cdl contraria. I fondi Il via a marzo con un budget di 20 mila euro e cinque dipendenti.

(Eleonora Capelli - La Repubblica, edizione di Bologna) Un «assessorato» alle politiche delle differenze, che si occuperà dei diritti delle donne, ma anche dei gay, e di tutte le discriminazioni causate dalla diversità. Partirà a marzo, con il coordinamento della collaboratrice dell´assessore Milly Virgilio, Paola Bosi, e 4 persone dello staff di Palazzo D´Accursio, costerà 20 mila euro e avrà tra i suoi compiti quello di progettare politiche innovative nel settore. Archiviata la proposta di assessorato alla famiglia, che aveva registrato le proteste della sinistra radicale e l´autocandidatura del presidente onorario di Arcigay, Franco Grillini, il Comune vara questa nuova esperienza che fornisce un braccio operativo alla delega ricoperta dall´assessore alla scuola. Come c´è un ufficio scuola, così ci sarà un ufficio alle politiche delle differenze, segnale che la comunità gay bolognese chiedeva sin dall´inizio del mandato di Sergio Cofferati, sostenendo la necessità di un ufficio comunale con «mezzi e personale» per sostenere le politiche Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Proprio un anno fa Arcigay e Agedo tracciavano un loro bilancio di metà mandato della giunta comunale, lamentando il ritardo di questa iniziativa. «Ci occuperemo prima di tutto della differenza di genere, quella tra uomini e donne, che è trasversale alle altre esperienze - ha spiegato Bosi ieri a margine della commissione consiliare che prendeva in esame l´impatto del bilancio 2008 sulle politiche per le donne della città - ma anche di orientamento sessuale, fino ad arrivare alla disabilità e all´intercultura». Se la vice capogruppo del Pd, Lina Delli Quadri, eletta nelle file della margherita, ha sostenuto che «comunque un assessorato alle politiche di genere è un sostegno alla famiglia, perché il legame donna-famiglia è molto più stretto di quello donna-famiglia», ha però anche chiesto notizie dell´annunciata «Family Card», con sgravi per le famiglie numerose. «Questo nuovo ufficio avrà funzione di progettazione e innovazione - ha spiegato l´assessore al bilancio, Paola Bottoni - un nuovo ruolo di raccordo interno e di dialogo tra i vari settori dell´amministrazione che si occupano di questi temi, promuovendo studi e convegni». Il personale sarà scelto tra quello già in forza a Palazzo D´Accursio, in base a un bando per la mobilità del personale che scade il 18 febbraio. «Dopo ci vorrà giusto il tempo per esaminare i curricula e fare i colloqui - confida Bosi - poi potrò varare questa iniziativa, su cui stiamo lavorando da lungo tempo, prima di andare in pensione». Il progetto non ha mancato di suscitare polemiche, a partire da Maria Cristina Marri (Udc), che in commissione ha liquidato la proposta affermando: «Siamo prima di tutto esseri umani, un ufficio politico alle differenze è riduttivo. Pochi o tanti che siano, si tratta di soldi buttati via».

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