Bilancio a un anno dall’entrata in vigore della legge sull’unione domestica registrata.
(Andrea Ostinelli - La Regione Ticino) Ha sfiorato quota duemila il numero di coppie omosessuali recatesi negli uffici dello Stato civile durante il 2007, primo anno della legge federale sull’Unione domestica registrata (Lud).
Difatti, al 30 novembre in tutta la Svizzera si contavano già 1’933 iscrizioni a registro effettuate grazie alla normativa entrata in vigore il 1° gennaio dell’anno scorso. Fatte le dovute proporzioni, gli omosessuali hanno pronunciato il fatidico “sì” tanto quanto gli eterosessuali. Il dato, che può spiazzare chi vede il modus vivendi gay come “alternativo alla famiglia”, si ricava spulciando le primissime cifre divulgate dall’Ufficio federale di statistica e confrontandole con quelle sui matrimoni celebrati. Questi sono pressappoco 40 mila all’anno, a fronte di circa 2 mila unioni domestiche (in base alle proiezioni). Se si tien conto delle stime, secondo cui il 5% della popolazione è omosessuale, ci si rende conto che il rapporto di uno a venti è in buona sostanza rispettato.
Vi è da rilevare che gay e lesbiche non ricorrono in egual misura al nuovo istituto giuridico, che prevede per i partner il riconoscimento di diritti e doveri reciproci analoghi a quelli dei coniugi eterosessuali: più di sette registrazioni su dieci ( 71,4%) riguardano gli uomini.
Disomogenea anche la frequenza con cui le convivenze sono state formalizzate: il ritmo è stato decisamente più sostenuto fino a luglio, poi si è verificato un progressivo calo. Questo in quanto molte coppie “di fatto”, talora insieme già da decenni, hanno colto al volo la possibilità di dotarsi di un quadro legale. E se agli inizi prevalevano le coppie di nazionalità svizzera (per le quali l’iter burocratico è più breve di quanto non lo sia per chi deve produrre documenti rilasciati da autorità e in lingue estere), ora la tendenza privilegia quelle miste. Permettendo il rilascio di un titolo di soggiorno, esattamente come il matrimonio, l’unione registrata comporta una facilitazione molto appetibile per coloro (soprattutto cittadini extracomunitari) che non sono già titolari di permesso. E la possibilità di “ ricongiungimento” è un fattore determinante per capire il perdurante successo dell’unione domestica di diritto federale.
Inoltre, la Lud ha saputo fornire ai bisogni pratici dei conviventi le risposte in materia di regimi patrimoniali, imposte, previdenza, assicurazioni e successioni ( con le sole eccezioni dell’adozione e della procreazione assistita, non contemplate per le coppie di persone del medesimo sesso) che i Pacs cantonali (previsti a Zurigo, Ginevra e Neuchâtel), con effetti limitati alla legislazione statale, non potevano dare. Così a Zurigo, in un solo anno, il numero di unioni domestiche (702) ha superato quello dei Pacs cantonali dei tre anni precedenti (675). Le unioni fra persone dello stesso sesso evidenziano anche alcuni spartiacque socio-culturali interni alla Svizzera: i “sì” omosessuali si concentrano nei grandi agglomerati urbani molto più che proporzionalmente rispetto alla loro popolazione. Emblematico in tal senso il raffronto del Canton Zurigo con il Ticino: sulle rive della Limmat, 702 coppie dello stesso sesso, nel 2007, hanno compiuto il grande passo ( ossia il 35,1% delle registrazioni a fronte del 24% della popolazione), mentre lo Stato civile ticinese conta soltanto 53 unioni (il 2,6% a fronte del 4,33% della popolazione). Nelle città la realtà omosessuale può contare su una migliore accettazione e risultano pertanto quasi del tutto superati i problemi legati alla visibilità di gay e lesbiche, prerequisito necessario di un atto pubblico come l’Unione registrata.
Le unioni sono più diffuse negli agglomerati: 702 a Zurigo, 53 in Ticino
Alle Europee con lo sbarramento al 5%. Barricate da sinistra.
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(Panorama) Liste bloccate, con parità di genere, sbarramento al 5% e dieci
circoscrizioni.Queste sono le caratteristiche del testo base di riforma
della le...
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