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giovedì 6 dicembre 2007

Marianne, da icona della cultura pop a porno-nonna in uno strip club.

La Faithfull è la carismatica protagonista di "Irina Palm", tragicommedia.
su una cinquantenne che diventa "mani di fata" in un locale sexy per curare il nipotino.
Sesso, sentimenti, umorismo e situazioni esplicite, in un film molto amato nei festival
La protagonista: "Anticonformista sì, ma io non farei mai quello che fa il mio personaggio..."

(Claudia Morgoglione La Repubblica) La potenza di un film, a volte, è già tutta racchiusa nella storia che racconta. E nel caso di Irina Palm bastano poche righe, per comprendere che non si tratta di una vicenda qualsiasi: la storia è quella di una cinquantenne con nipote malato che si trasforma in pornononna, presso un sex club di incontri erotici dal vivo. Con i clienti che impazziscono per le sue "mani di fata"; e con familiari e amici all'oscuro della doppia vita che conduce...

Insomma una storia sicuramente eccentrica, e naturalmente destinata a catturare l'attenzione degli spettatori. Se poi aggiungiamo che la protagonista assoluta è una star trasversale e carismatica come Marianne Faithfull, e che il film affronta situazioni in gran parte scabrose ed esplicite in tono leggero, si comprende il gradimento del pubblico. A cominciare da quello del Festival di Berlino, che ha tributato alla pellicola (diretta dal belga Sam Garbarski) una lunghissima standing ovation. Una ribalta a cui è seguita quella al Festival di Torino che si è da poco concluso.

Nato da un'idea dello sceneggiatore (e amico del regista) Philip Blasband, girato in lingua e in ambienti inglesi, in arrivo nelle nostre sale con distribuzione Teodora Film, Irina Palm racconta l'incredibile viaggio esistenzial-professionale della protagonista, Maggie (Faithfull). Vedova, cinquant'anni, la donna ha assoluta necessità di trovare soldi per curare il nipotino malato. Così, mentre cammina per le strade, si imbatte in un locale con la scritta "cercasi hostess": entra, con assoluta ingenuità, e si ritrova in un club a luci rosse. Qui fa la conoscenza del proprietario, Miki (Miki Manojlovic), che le offre un lavoro: non per esibirsi, vista l'età non più verde, ma come impiegata in attività "manuali" con i clienti. Che di lei non vedono il volto e il resto del corpo, grazie a un divisorio, ma solo, appunto, le mani.

Un'attività a cui Maggie si dedica con la diligenza middle-class che le è propria: e così, quasi suo malgrado, diventa richiestissima dalla clientela, una vera e propria "mani di fata", anzi, "la migliore mano destra di Londra": tanto che Miki le procura pure un nome d'arte all'altezza della sua bravura, ovvero Irina Palm. Le cose però si complicano quando i familiari, in particolare il figlio, cominciano a sospettare qualcosa: ma dopo una serie di peripezie lei stessa finisce per confessare la natura del suo lavoro alle amiche, nel corso di un tranquillo, inglesissimo spuntino a base di tè... Alla fine, però, la nostra eroina dimostrerà di aver avuto ragione.

Dunque una combinazione di umorismo, dramma, sesso e sentimenti (anche se con linguaggio e situazioni decisamente esplicite) e con un understatement che molto deve all'interpretazione della Faithfull. "Mi sono innamorato subito dell'idea - ha dichiarato il regista - volevo girare una tragicommedia politicamente scorretta". Ma trovare i finanziamenti non è stato affatto facile: "E' sempre la solita storia - ha spiegato ancora Garbarski - tutti cercano una sceneggiatura originale, ma quando salta fuori, tutti si spaventano".

Alla fine, però, la situazione si è sbloccata. Ed è a questo punto che è stata fatta la scelta più importante: quella della protagonista. Perché è alla ancora bella e carismatica Marianne, credibile nella parte di una cinquantenne ingenua e dimessa che è l'esatto contrario della sua biografia, che il film deve molto. Cantante di successo a metà anni Sessanta, musa e compagna di Mick Jagger in una delle più celebri e tumultuose relazioni della storia del rock, caduta e poi uscita dalla tossicodipendenza, rinata grazie a dischi raffinati, a interpretazioni teatrali e a qualche apparizione cinematografica (ad esempio in Marie-Antoinette di Sofia Coppola), la Faithfull è a tutt'oggi una delle poche, vere icone pop viventi.

Eppure, l'attrice qualcosa in comune con la sua Irina Palm l'ha trovata: "Entrambe - ha raccontato - condividiamo qualcosa di molto importante: l'amore per un figlio e un nipote. Amo molto mio figlio, come Maggie l'ho avuto quando avevo diciotto anni, e adoro i miei nipoti di dieci e tredici anni". Per il resto, comunque, la differenza col personaggio è totale: "Mi ha attratto il ruolo proprio perché è così diversa da me - ha confessato Marianne - non sono affatto convenzionale o conformista, è vero; ma non potrei mai essere disponibile a fare quello che fa lei...". Come a dire: trasgressioni e sperimentazioni sì, ma "mani di fata" in uno squallido club proprio no...
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