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giovedì 6 dicembre 2007

Lettera di Paola Binetti ad Anna Paola Concia: D'accordo, mi metto in gioco. Con amicizia.

Cara Paola,

leggo la tua lettera nell’intervallo tra il lavoro in commissione e il lavoro in aula: troppo poco per rispondere con la profondità che meritano alle questioni che mi poni. Ci provo comunque, sapendo che su molte cose è possibile trovare condivisione, su altre ci sono differenze che né tu né io vogliamo ignorare, perché sono la nostra sfida culturale e personale. Sia tu che io speriamo di essere convincenti e persuasive, l’amicizia dissolve i pregiudizi, risolve le paure, ma non risparmia affatto la fatica del confronto.

Condivido il fatto che « … in Italia il dibattito sulle unioni civili e sui diritti degli omosessuali è farcito di ideologia, di volgarità, di strumentalizzazioni, di mancanza di rispetto». Capisco la tua affermazione:«faccio ormai fatica a stare dentro questa modalità». Il mio rispetto per gli altri, omosessuali inclusi, è un valore che tu ben conosci. Un rispetto che cresce in modo esponenziale quando mi trovo davanti alle ingiustizie, alla malattia, alla fragilità umana. Sono contraria a ogni discriminazione, sono contraria alle ideologie, soprattutto se involgarite da un dibattito sguaiato che offende altre sensibilità, altre visioni della vita, altre scelte. Tra ideali e ideologie c’è una bella differenza.

Mi dici: «Sulla vicenda di Roma sei intervenuta in modo ideologico, passando sopra la mia vita e quella di tante e tanti come me. Ti chiedo perché…. La culla della cristianità non deve essere un esempio di rispetto per tutti, di inclusione, di tolleranza, di accoglienza?» Affermare che Roma è il centro della cristianità per me non ha nulla di ideologico. È una realtà storica, viva, cui danno conferma la presenza del Santo Padre, e il governo della Chiesa universale, le università pontificie.

A Roma ci sono due tipi di Corpo diplomatico, le ambasciate di tutti in Paesi accreditate presso la Santa Sede. A Roma e da Roma nascono infinite iniziative sociali che raggiungono il mondo intero con un messaggio di pace e di speranza, grazie allo sforzo gigantesco di tutto un associazionismo cattolico che ancora oggi si riconosce nelle opere di misericordia materiali e spirituali. Nulla di ideologico. Amo questa città, che vorrei ogni giorno più fedele alla sua vocazione di carità profonda, concretizzata in gesti audaci e generosi, ma la vorrei fedele anche alla sua fede, di cui sono traccia indelebile le sue chiese. Roma accoglie persone di tutti i paesi, di tutte le razze, di tutte le fedi. Ma difende il suo carisma originario, una sua laicità fondativa che propone e fa assumere a tutti noi iniziative in cui la religiosità si materializza in spirito di servizio, in fatti concreti.

Nessuna discriminazione però se ricorda con chiarezza e semplicità che il matrimonio è uno e lo difende con fermezza e convinzione, incluso -a pieno titolo- il matrimonio civile. Nessuna discriminazione se intende difendere i diritti individuali di tutti, senza distinzioni. Sai bene che la formula giuridica che stiamo cercando con convinzione anche se per ora senza successo, è quella che dice: unicuique suuum…. evitando ingiustizie agli uni e agli altri, supportando il diritto di ognuno a scegliere e ad assumersi la responsabilità delle conseguenze. Al diritto di porsi come coppia di fatto, la responsabilità di vivere come coppia di fatto. Fermo restando però che nessuno può essere lasciato solo quando irrompono la malattia, l’abbandono, la morte.

Dici ancora: «Sono disponibile a mescolarmi e cercare la soluzione che risponda alle esigenze della mia vita, alla mia dignità. Sono disponibile a mettermi in gioco sapendo che questa battaglia non la voglio solo condurre, ma la voglio vincere». Anche io voglio mettermi in gioco, sono in gioco. La mia ricerca ha un obiettivo, non esclusivo ma prioritario, il dialogo, la pace, la comprensione, una reale e concreta amicizia.

(L'Unità)

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