Il Cavaliere insiste: "Prodi cade, a marzo si vota".
(Francesco Bei - La Repubblica) Le subordinate non esistono, all´orizzonte c´è soltanto la crisi di governo e il voto. Silvio Berlusconi, nonostante i movimenti tellurici che si avvertono nel centrodestra, resta fermo sul no al dialogo sulla riforma elettorale. Ieri lo ha ribadito in privato a Francesco Storace e Daniela Santanché, riuniti all´Eur per la nascita della Destra: «Tenetevi pronti, si vota a febbraio-marzo». Casini e Fini aprono? «Li voglio vedere che si siedono al tavolo di Veltroni. E comunque io tiro dritto per la mia strada». Il Cavaliere infatti, al di là dei numeri del Senato e della «certezza» che il governo presto o tardi andrà sotto («se non sarà mercoledì avverrà più avanti, ma non cambia niente»), è convinto che il progetto «tedesco-spagnolo» offerto dal segretario del Pd non sia altro che «un tentativo di dividere la Cdl, a cui noi non ci presteremo». Eppure, anche se solo a livello puramente teorico, nelle conversazioni avute con i suoi Berlusconi una cosa se l´è lasciata sfuggire: «E´ chiaro che se c´è da trattare non lo lascio fare certo a Casini e Fini».
Così, oltre il muro del «no» a tutti i costi, si capisce che anche dentro Forza Italia si sta iniziando a ragionare su degli scenari alternativi. Ieri a Montecatini, a sentire Pier Ferdinando Casini e il suo invito «a un comune momento di riflessione» sulla legge elettorale, c´era tutto lo stato maggiore forzista, riunito da Marcello Dell´Utri. E le risposte sono state tutt´altro che tetragone. «Casini sostiene che sarà inevitabile anche per noi sederci a dialogare - osserva Mario Valducci - , un discorso condivisibile se non si vota. Aspettiamo mercoledì. In ogni caso quella roba di Veltroni Berlusconi non l´accetterà mai, perché è fatta apposta per spaccare le coalizioni». «Casini - ammette Fabrizio Cicchitto - è stato abile, ha saltato a piè pari questa settimana decisiva lanciandosi direttamente nel futuro. Noi restiamo fermi sul modello D´Alimonte. Poi vediamo. Certo se Casini ci propone il tedesco la risposta è no». E la bozza Veltroni? Per Gaetano Quagliariello «Al momento è più tedesca che spagnola, ma con uno sbarramento al 5-6% che crea problemi ai piccoli del centrosinistra. Come farà Veltroni a convincerli?». A Paolo Bonaiuti l´ipotesi Veltroni non piace per niente: «Il nostro obiettivo primario è far cadere il governo. Ma comunque, così com´è, la bozza Veltroni non va bene: non ci sono le alleanze preventive, non c´è un argine abbastanza alto per evitare il frazionamento dei partiti e poi il bipolarismo ne sarebbe travolto».
La conclusione è che, al di là della propaganda sulla spallata, Berlusconi potrebbe avere interesse a sedersi domani al tavolo da gioco per dare egli stesso le carte. «Salvo poi - ipotizza un azzurro di peso - far saltare la trattativa e andare dritto al referendum». Con il duplice risultato di far cadere il governo (Mastella si sfilerebbe per evitare le urne) e ricompattare la coalizione sotto la sua leadership.
Nessun commento:
Posta un commento