Ferrero verso l'elezione a segretario. I bertinottiani: «Non ci sarà scissione» Salta l'ultima mediazione, nessun accordo su documento comune. Migliore: «Faremo opposizione nel partito».
(Il Corriere della Sera) Sono ripresi in un clima di tensione e contestazioni i lavori della giornata conclusiva del congresso di Rifondazione. Ed è ormai rottura definitiva tra i due gruppi pro-Vendola e pro-Ferrero. Graziella Mascia spiega i motivi del perché voterà la mozione di Vendola e non appoggerà il documento sostenuto dalle altre quattro mozioni. Tensione alle stelle quando Giovanni Russo Spena, che sostiene la mozione di Ferrero, ha letto il documento nel quale si delinea la nuova rotta di Rifondazione. «In questo documento - ha contestato Mascia - ci sono cose molto gravi rispetto alla storia di Rifondazione. La mozione 2 presenta un altro documento e afferma che in questo congresso si è impedito di cercare una soluzione unitaria». Si litiga anche sui numeri: Alfio Nicotra della mozione 1 ha annunciato che la commissione elettorale aveva trovato l'accordo sul fatto che i componenti del comitato politico, che eleggeranno il segretario, sono 280. Ma dalla sala si sono subito levati brusii e critiche e Rosa Rinaldi ha preso la parola per dire che la mozione 2, guidata da Nichi Vendola, aveva dato il via libera a un "parlamentino" di 240 membri. L'esito delle contestazioni è stata l'immediata riconvocazione della commissione elettorale.
RIUNIONE NOTTURNA - Intanto non si esclude un nuovo colpo di scena nella giornata decisiva con l'elezione del segretario. L'estremo tentativo di trovare un accordo tra la mozione 2 che fa capo a Nichi Vendola e gli esponenti del documento 1 di Paolo Ferrero è saltato dopo una lunga riunione notturna della commissione politica. L'ala vendoliana, a quanto si apprende, ritiene inaccettabile il testo di un eventuale documento su cui convergano le altre quattro mozioni. A questo punto i delegati della mozione 2 si sono riuniti per studiare la risposta e come restare nel partito dopo l'ormai probabile elezione di Ferrero a segretario. A questo punto è ritenuto possibile il ritiro del governatore pugliese dalla corsa alla leadership anche se di fatto resta l'unico candidato.
CORRENTE 'SINISTRA' - Ma Vendola non sta con le mani in mano. Contro il documento messo a punto nella notte da Ferrero in accordo con esponenti dell'area politica di Claudio Grassi in direzione di una maggiore autonomia del partito (con tanto di uscita da alcune amministrazioni locali oggi governate assieme al Pd), il governatore avrebbe preparato la contromossa, dando indicazione ai suoi delegati di non sostenerlo più ma di votare soltanto contro Ferrero: «Così - spiegano alcuni delegati - l'ex ministro si troverebbe alla guida di una macchina senza però la struttura alla base». Contestualmente, l'area che fa riferimento al governatore della Puglia darebbe vita a una corrente ('La Sinistra') nella prospettiva più avanti di organizzare una vera e propria costituente.
«NESSUNA SCISSIONE» - Ma l'ex gruppo dirigente che appoggia Vendola esclude in ogni caso l'ipotesi scissione. L'ex capogruppo alla Camera Gennaro Migliore: «Noi abbiamo fatto la storia di questo partito, non ce ne andiamo, faremo un'opposizione ampia e larga dentro il partito per portare avanti il nostro progetto di unità a sinistra». Amaro l'ex segretario Franco Giordano: «Ci abbiamo provato in tutti i modi, volevamo disperatamente recuperare l'ipotesi unitaria. Nichi ci ha provato con tutte le forze, ma c'è un documento di tutte le minoranze contro l'unica mozione che ha presentato un progetto per salvare Rifondazione». Di diverso avviso Ramon Mantovani, esponente della mozione 1: «C'è stata una riunione della commissione politica e la mozione 2 l'ha abbandonata. Li è stato elaborato un testo in cui si dice cosa deve fare Rifondazione. Sono molti i punti che ci uniscono anche con la mozione 2, se quest'ultima non avesse voluto impostare la discussione congressuale su una linea come se fosse l'unica possibile» ha detto in un'intervista a Radio Popolare. Mantovani insiste sulla necessità che per il partito vi sia «una gestione diversa rispetto a quella tenuta fino ad ora, solo a maggioranza».
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