Domani il via alla 65ma edizione Attese subito le due star e l´omaggio al "couturier" Valentino. Stasera i due attori partecipano a un galà di beneficenza per il Darfur. Giovedì giornata dedicata al film sullo stilista italiano con festa alla Fenice.
(Natalia Aspesi - La Repubblica) La tre giorni della coppia più bella e celebre del mondo, quella composta da George Clooney e Brad Pitt, comincia stasera in vesti filantropiche a un fastoso ricevimento di beneficenza, prosegue domani alla 65ma Mostra del Cinema in quanto attori protagonisti del film di apertura Burn after Reading dei fratelli Coen, si chiude dopodomani, quando, travestiti da semplici Vip, saranno tra gli spettatori del documentario dedicato a uno, pare impossibile, ancor più celebre di loro, il couturier Valentino. Sono Clooney e Pitt i divi americani del momento, l´uno esemplare scapolone impenitente e da poco sfuggito a un tentativo di fidanzata, l´altro sposo da manuale della magnifica Angelina Jolie e padre di numerosi piccini più o meno adottati e degli ultimi loro gemellini neonati, a fare da cerniera, ad assicurare il perfetto equilibrio, ormai indispensabile alla sopravvivenza di qualsiasi festival, tra impegno e mondanità, tra moda e beneficenza, tra risate e lacrime, tra politica e cultura, tra rigore e relax, tra cinefilia e gossip.
I massimi fremiti di attesa, con interi aerei di bel mondo in arrivo dagli Stati Uniti, riguardano la celebrazione non di un venerato Maestro dello schermo ma del mitico "ultimo imperatore" della moda, appunto Valentino, che il giornalista-scrittore-regista americano Matt Tyrnauer ha eletto a suo business personale, con articoli, biografie e questo molto atteso documentario. Il 28 agosto il culto verrà diviso in due tempi di diversa solennità e frivolezza e cioè: un "petit tapis rouge", come detto dall´entourage dello stilista, in Sala Grande al Lido la mattina, affinché il popolo possa applaudire sia Valentino Garavani che il socio Giancarlo Giammetti, ambedue "in person" e in splendida forma fisica avendo all´uopo appena soggiornato a Merano da Chenot. E un "grand tapis rouge" la sera a Venezia, nell´incanto dorato del Teatro La Fenice, pubblico speciale con strascico nel famoso rosso Valentino e forse diademi. Segue party notturno offerto dai direttori di "Vanity Fair Italia" (Luca Dini), e di "Vogue Italia" (Franca Sozzani, qui anche come mamma di Francesco Carrozzini che con Giacomo Gatti presenta nella sezione Corto Cortissimo il film "1937"), negli incanti del giardino e delle sale del museo Peggy Guggenheim affacciati sul Canal Grande. Contemporaneamente la cinecultura, sdegnosa di ricevimenti, superlusso e "celebrity", si godrà austeramente, in Sala Grande al Lido, "l´autodistruzione di un artista giapponese" (Achille e la tartaruga di Takeshi Kitano) seguito da una "storia tedesca di amori non redenti" (Jerichow di Christian Petzold), tutti e due in concorso.
Le due anime della Mostra saranno evidenti soprattutto nella separazione di questa sera: ci sarà una festa di popolo, gratuita e colta, a Campo San Polo per festeggiare il Leone alla carriera ad Ermanno Olmi, con proiezione del suo La leggenda del Santo bevitore, segue cena per tutti, anche quella gratis, offerta dai comuni di Asiago, dove il meraviglioso regista vive. Contemporaneamente i Granai della Repubblica, alla Giudecca, ospiteranno la festa di beneficenza (nell´ambiente chiamata rigorosamente "charity"); ad accogliere gli invitati che si sperano ricchi e generosi, ci saranno sempre loro, George Clooney e Bred Pitt, fondatori dell´organizzazione internazionale "Not on our watch" (Non sotto i nostri occhi) che in questo momento si occupa dei rifugiati del Darfur. Anche in questo caso c´è lo zampino della moda oltre che quello del cinema: infatti a sponsorizzare l´evento è la Belstaff, azienda d´alta moda, che ha anche disegnato una edizione limitata e speciale della automobile Audi, il cui ricavato andrà alla fondazione dei due divi, di esemplare e infaticabile impegno non solo umanitario ma anche politico.
Domani, per l´apertura della Mostra, non mancherà il nuovo ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, che il giorno dopo porrà la prima pietra del nuovo Palazzo del cinema annunciato ogni anno da 40 anni. Tra un tripudio di divi (oltre ai più volte sunnominati, anche Tilda Swinton, Xenia Rappaport, Uma Thurman. Gwyneth Paltrow, Kim Basinger, Claudia Cardinale e altre italiane) spiccherà come star addirittura un "orologio-couture" cioè un pezzo unico tutto di brillanti, creato da Alberta Ferretti per il gioielliere Chopard, al polso della luminescente Claudia Schiffer. Moda, lusso, arte e cinema il 1° settembre a Palazzo Grassi, mentre al Lido un pubblico non meno colto ma anche meno fashion e più ligio ai doveri della Mostra, godrà intensamente gli scontri tra fazenderos e indios di La terra degli uomini rossi dell´italiano Marco Bechis. Tra le opere d´arte mercantile della collezione Pinot, verrà assegnato il premio Gucci Group da una giuria composta tra l´altro dal direttore della Mostra del cinema Marco Muller, da Isabelle Huppert e dall´artista ex marito di Cicciolina Jeff Koons, a un artista che si cimenti anche col cinema, tipo Julian Schnabel che l´anno scorso ha vinto con il premiatissimo Lo scafandro e la farfalla e che quest´anno concorre con Lou Reed´s Berlin, sulla lunga performance del cantante a Brooklyn nel 2006. Favoriti sembrano essere Isaac Julien per Derek, dedicato al regista Jarman morto di Aids, scritto e raccontato da Tilda Swinton, e Steve McQueen per Hunger, sulle ultime settimane di vita di Bobby Sands morto in carcere per lo sciopero della fame e premiato come opera prima all´ultimo festival di Cannes.
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