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venerdì 22 agosto 2008

Il caso dello steward morto. Le strumentalizzazioni di Franco Grillini.

(Dire) Parla di "ipocrisia dei mezzi di comunicazione" Franco Grillini, riferendosi all'omissione che tutti i telegiornali delle televisioni pubbliche e private italiane hanno operato riguardo al fatto che Domenico Riso, lo steward italiano morto nell'incidente aereo in Spagna, fosse il compagno e convivente (notizia confermata dal cugino di Riso, che ha detto che i tre "costituivano un nucleo familiare vero e proprio nella loro casa di Parigi"), e non un semplice amico, di Pierrick Charilas, in viaggio con lui e con il figlioletto di tre anni Ethan, vittime anch'essi del disastro aereo. "Mentre infatti negli stessi casi, quando si parla di eterosessuali si dice esplicitamente 'e' mancata una famiglia', in questo caso- accusa il presidente di Gaynet- ci si e' arrampicati sugli specchi utilizzando eufemismi di varia natura, per non dire che anche in questo caso e' venuta meno una famiglia vera e propria. Ben diverso e' stato il trattamento quando si e' parlato dall'architetto romano ucciso da un romeno. Li' non ci sono state remore a parlare della sua omosessualita'".
Conclude Grillini: "D'altra parte siamo in Italia, Paese che ha fatto dell'ipocrisia una filosofia nazionale.".
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Ndr. Non strumentalizziamo i morti facendo finta di moralizzare i media per avere visibilità. Le avvisaglie della strumentalizzazione si sono giù avute ieri (e non da Grillini). A nessuno viene in mente che Domenico e Pierrick probabilmente volevano tenere riservato (riservato, non nascosto, si badi bene) il loro rapporto. Perchè sputtanarli con questa polemica? Che tristezza.

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2 commenti:

tredici ha detto...

La tua, mi sembra la voce più sensata in mezzo a un chiacchiericcio che non lascia alcuno spiraglio al rispetto. Per i morti e per i vivi.

giosue della porta ha detto...

L'articolo mi sembra un tentativo di replicare al Corriere, che a mio avviso ha fatto la scelta migliore parlando di "compagno".
Non fare riferimento alla loro relazione adducendo la riservatezza che i due avrebbero voluto mantenere mi sembra un argomento debole, soprattutto dal punto di vista giornalistico.
La verità alla fine dovrebbe essere l'unica stella polare, soprattutto di un giornalista. Se perdono la vita due fidanzati in vacanza nessuno si sogna di scrivere "due amici" perché magari in qualche sperduto paesino della Sicilia i genitori potrebbero vergognarsi del fatto che i figli dormono insieme anche se non sposati. O mi sbaglio?