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mercoledì 2 luglio 2008

Paola Concia segue la linea di Grillini e fà del "pettegolezzo parlamentare" su chi è o non è gay.

In Parlamento il 7/10% dei parlamentari è gay ma non fa outing. E' scelta personale. Io mi sento sola ma non sono sola.

(Apcom) "In Parlamento mi sento sola, ma non sono la sola", racconta Paola Concia a "Gioia in edicola domani 3 luglio, unica deputato omosessuale della legislatura eletta nelle liste PD: "Siamo tra il 7 e il 10 per cento. Il Parlamento rispecchia l'Italia, almeno in questo caso".

"La paura della diversità sessuale si scioglie solo con la conoscenza - spiega Concia -. Se mi avvicino ad una deputata i colleghi si preoccupano della concorrenza e hanno la faccia tosta di farmelo sapere" e ai leghisti dice: "Sono pavidi. Venissero a dirmi di persona, in Parlamento, non sui giornali, che sono culattona, e poi vediamo".

Quando si affronta il dibattito sui diritti dei gay non risparmia né la destra "fa leva sui peggiori istinti e sulle paure irrazionali, accomunando i diversi nella figura del nemico", né la sinistra "è stato lo zero assoluto, è venuta fuori l'omofobia pure nella mia parte politica".

"L'omosessualità non è una malattia, ma una condizione umana che puoi reprimere o assecondare, non mi piace la caccia all'omosessuale , il coming out è una scelta personale. Qualcuno mi corteggia? C'è una bella deputata di Forza Italia che mi guarda con insistenza. Le piaccio? Oppure mi detesta? Ah saperlo".
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Ndr. Intanto correggiamo il titolo battuto dall'Apcom puntualizzando che semmai chi si dichiara fa coming-out e non outing (quanto è ignorante la stampa in materia) e poi prendiamo atto che anche la Concia percorre il solco del "pettegolezzo parlamentare" con messaggi dal sapre quasi "intimidatori" (quel "(...) bella deputata di Forza Italia (...)" la dice lunga...) rivolto ai suoi onorevoli colleghi. Evviva il nuovo modo di fare politica... (Aspis)

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