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mercoledì 2 luglio 2008

Sesso. Piu' infezioni d'estate.

Ci sono piu' occasioni per socializzare.
(Agi) "Con l'estate aumentano tra i giovani ed i giovanissimi (dall'adolescenza sino ai 30 anni) i casi di malattie sessualmente trasmissibili (MST). Su una stima di 1 milione di casi l'anno, 100 mila sono concentrati nei mesi estivi". Lo afferma il professor Giampiero Carosi, direttore dell'Istituto malattie infettive dell'ospedale di Brescia e presidente della Simast (Societa' Interdisciplinare per lo Studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili). "Con il caldo si esce di piu', quindi ci sono piu' occasioni per socializzare, si frequentano locali notturni e soprattutto si viaggia - spiega Carosi. - In questo modo ci sono piu' probabilita' di assumere atteggiamenti promiscui e a rischio, dimenticandosi della protezione". Indubbiamente la malattia a trasmissione sessuale piu' conosciuta rimane l'HIV, ormai non piu' legata agli ambienti della tossicodipendenza, presente in egual numero tra gli etero e gli omosessuali - continua il Professore, - ma ci si deve ricordare che esiste una lunga serie di infezioni trasmissibili solo sessualmente che spesso non vengono prese in considerazione". "Per esempio, l'epatite B colpisce 100 volte di piu' dell'HIV - aggiunge Carosi - soprattutto per le persone che non sono rientrate nella vaccinazione del 1991, e gli immigrati che hanno soggiornato nei paesi endemici". La Simast, dichiara Carosi, "insiste perche' una volta diagnosticata un'infezione trasmessa sessualmente, si facciano le analisi anche per le MST meno conosciute, sia dai medici che dai pazienti". La cosa piu' difficile e' avere una stima ufficiale ed esatta dei dati. la legge obbliga a notificare solo i casi di Aids, ma purtroppo, spiega il presidente della Simast, "non sono rappresentativi perche' ora l'HIV si puo' tenere sotto controllo con le cure senza arrivare all'Aids". La difficolta' che si incontra nello stimare questo fenomeno, sta anche nel tabu' che ancora lo circonda. Nonostante le leggi sulla privacy, molti preferiscono non recarsi nei centri MST delle Asl, ma andare a fare le analisi in centri privati, sfuggendo cosi' alla quantificazione del fenomeno.

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