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mercoledì 2 luglio 2008

Pedofilia. Il sacerdote arrestato a Roma era tra i “saggi” di Alemanno.

(Il Messaggero) «È stato un grande dolore. Chiedo ai magistrati e agli inquirenti di fare tutta la chiarezza possibile e non fare sconti a nessuno». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno commentando l’episodio di pedofilia che ha visto protagonista un sacerdote 55 anni, C.R. le sue iniziali, della parrocchia romana Natività di Maria Santissima, in via di Selva Candida, che lo stesso sindaco aveva inserito, nel periodo della campagna elettorale, in una commissione speciale di «saggi».«Quando si parla di pedofilia - ha continuato Alemanno - bisogna essere estremamente rigorosi e netti, perché questo è un male che va combattuto in tutti i modi».

Dopo l’arresto il vescovo della diocesi di Porto-Santa Rufina, monsignor Gino Reali, aveva espresso «piena fiducia» nell’operato della magistratura e vicinanza a quanti «sono feriti da questa vicenda».

Parla di complotto «per gelosia e cattiearia» ordito ai suoi danni per screditarlo il sacerdoe finito in carcere a Regina Coeli. Assistito dagli avvocati Anna D’Alessandro e Riccardo Olivo, il religioso è stato interrogato dal gip Andrea Vardaro che ha firmato l’ordine di custodia cautelare e a lui ha chiesto di essere rimesso in libertà o quantomeno di ottenere gli arresti domiciliari. Una decisione, comunque, sarà presa dopo che un accertamento medico legale, sollecitato dai difensori, stabilirà se, come sostengono i due penalisti, lo stato di salute del religioso non è compatibile con la detenzione in carcere. Nel caso di rigetto i difensori, ai quali stanno giungendo molti attestati di stima verso il sacerdote, decideranno se rivolgersi al Tribunale del Riesame.

L’accusa I legali di R.C. hanno detto di avere ricevuto numerose telefonate attestanti dichiarazioni di stima nei confronti del loro assistito. Secondo l’accusa, R.C., approfittando delle fragilità caratteriali dei ragazzi affidati alle sue cure, negli ultimi 10 anni avrebbe abusato ripetutamente di minorenni. L’accusa è di violenza sessuale continuata e aggravata, compiuta tra il 1998 e il marzo scorso. Sette, al momento, le vittime accertate (tutti maschi); per l’accusa, però, potrebbero esserci state altre violenze. Tant’è che starebbero sentendo anche altre presunte vittime. A dare il via all’indagine è stata la denuncia di un altro sacerdote. R.C., secondo gli inquirenti, si era accattivato le simpatie di alcuni bambini, e li aveva convinti a subire gli abusi, spesso attirandoli nella propria abitazione dietro la promessa di soldi, cd, dvd o capi d’abbigliamento. In casa, nel corso di una perquisizione, furono trovati anche film pornografici. Secondo quanto si è appreso, già in passato il sacerdote era stato sospeso per un mese dal suo incarico proprio in relazione ad alcune voci su presunti abusi sessuali commessi.

I radicali: il comune si costituisca parte civile. «Nella drammatica vicenda degli abusi su minori nella parrocchia romana di Selva Candida colpisce la scelta del sacerdote che con la sua denuncia ha dato il via alle indagini, in aperto e prezioso contrasto con la politica pluridecennale delle gerarchie della Chiesa cattolica volta a secretare le notizie criminis all’interno dell’ordinamento canonico. Sono ancora in vigore, infatti, le norme della Santa Sede che, a partire dalla Crimen sollicitationis del 1962, hanno l’effetto di evitare l’accertamento della verità da parte dell’autorità giudiziaria di fronte a reati sessuali compiuti da esponenti del clero». Lo afferma in una nota Mario Staderini, della direzione nazionale di Radicali Italiani.

«Al vescovo di Roma, anche alla luce delle recenti, gravi condanne di altri preti operanti nelle parrocchie romane, mi permetto di porre la questione urgente del pubblico superamento della politica di oggettiva copertura sin qui tenuta dal Vaticano, indispensabile anche per affrontare il problema strutturale della libertà, della responsabilità, dell’amore, e quindi anche della sessualità, dei religiosi - aggiunge -. Al sindaco Alemanno, del cui programma per le politiche sulla famiglia l’indagato era garante, chiedo di passare dalle parole di oggi ai fatti: il Comune si costituisca parte civile nel procedimento penale per meglio assicurare assistenza a chi è doppiamente debole, così come il precedente sindaco ha ripetutamente fatto nei casi di violenza sessuale a danno delle donne».

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