Il mondo gay giudica la ricerca. Paola Concia (Pd): "Irrilevante un campione di 90 persone". Mancuso: si dimostra che non è contro natura.
(Paola Coppola - La Repubblica) "Ben felice di avere un cervello uguale a quello di una donna etero". Aurelio Mancuso scherza e confessa: "Mi fa sorridere tutto questo concentrarsi a spiegare le ragioni dell'omosessualità". Il presidente nazionale dell'Arcigay però vuole leggere lo studio pubblicato su Pnas in chiave positiva, "perché viene da Stoccolma e non da Roma", dice. Quindi, commenta: "Dimostrare che l'omosessualità deriva da differenze neurobiologiche innate forse servirà a far mettere l'anima in pace a qualcuno, perché significa dimostrare che anche l'omosessualità è in natura e non contro natura".
Stroncatura dalla deputata del Pd e militante del movimento dei diritti dei gay, Anna Paola Concia: "È una stupidaggine, un campione di 90 persone non dimostra nulla". Sulle differenze neurobiologiche individuate: "Non credo che l'omosessualità sia innata. L'orientamento sessuale è reversibile e nella vita può cambiare". E ancora: "Ha più a che fare con il desiderio: certo, dal punto di vista sociale, tranquillizza pensare che uno nasce gay, un po' come dire: "È nato malato", più difficile incardinare il desiderio sessuale".
Ride di quello che chiama "un accanimento a trovare una spiegazione scientifica dell'omosessualità", la presidente nazionale di Arci Lesbica, Francesca Polo: "Bella scoperta", dice, "mi ricorda quando hanno misurato le dita per vedere quanto erano lunghe quelle dei gay". E chiede: "I finanziamenti per le ricerche non potrebbero essere usati in modo più intelligente? Infine sui risultati: "Non mi cambia nulla sapere che ho il cervello più simile a quello di un uomo etero, semmai preferirei avere gli stessi soldi di un maschio bianco etero. Né questa scoperta cambia il quadro in termini di rivendicazione di diritti e lotta alla discriminazione".
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