Il ministro Carfagna: no ai quartieri a luci rosse. Sì alla prostituzione casalinga. "Togliere la prostituzione dalla strada. Ma l'espulsione non risolve il problema".
"Cacciare le lucciole è un errore facciano le cooperative del sesso".
(Caterina Pasolini - La Repubblica) Dice sì alla prostituzione libera e casalinga il ministro alle pari opportunità Mara Carfagna. Magari anche in cooperativa. Ma chiede allo stesso tempo guerra al mercato del sesso in strada, agli sfruttatori, alla tratta delle minorenni, liberando dalla schiavitù chi è costretto a vendersi tra minacce e ricatti.
Contraria a fogli di via ed espulsioni?
"Sì. Così si colpisce solo l'anello più debole e non si affronta il problema alle radici".
Qual è l'obiettivo? La Bongiorno propone di punire i clienti.
"Togliere la prostituzione dalla strada, con multe a lucciole, viados e clienti, ma soprattutto affrontare l'emergenza delle minorenni che aumentano in maniera impressionante e aiutare chi vuole togliersi dalla schiavitù. Stiamo lavorando ad una proposta più complessiva".
Maroni parla di eros center.
"I quartieri a luci rosse non mi convincono, degradano zone della città. Ma non sono contraria a chi vuole prostituirsi per scelta purché in case isolate, in modo da non dare fastidio agli altri condomini. Comunque è tutto da verificare dal punto di vista legislativo. L'importante è che non ci sia sfruttamento e che le strade non siano un mercato del sesso a cielo aperto".
Sono nove milioni al mese i clienti, 80% sposati.
"Un dato allarmante, dimostra lo sfaldamento dei nuclei familiari".
A proposito di famiglie, che ne pensa di unioni di fatto e matrimoni gay?
"Sono contraria".
Ma non è il ministro delle pari opportunità?
"Io non ho pregiudizi, ma non possono pretendere di essere famiglie".
Perché?
"L'idea di famiglia viene da una tradizione religiosa - e io ho fede anche se cerco di essere laica come ministro - viene dalla costituzione, dal diritto civile e naturale: è composta da un uomo e una donna che si uniscono per dare vita a figli per proseguire la specie".
E tutti gli altri, laici o atei, etero e omo?
"Trovo giusto rivendichino diritti civili, trovo giusto che chi è stato assieme una vita possa subentrare nell'affitto, andare a trovare il compagno in ospedale. La famiglia però è un'altra cosa".
Quindi niente leggi?
"Penso solo a contratti privati".
Le pari opportunità allora per chi sono?
"Le mie priorità sono: aiutare le famiglie a fare più figli, con sussidi, creazioni di asili sul modello francese. Aiutare le donne sul lavoro perché abbiano stipendi uguali ai colleghi, perché riescano a conciliare famiglia e carriera. Per le donne presenterò venerdì in consiglio la proposta di legge sullo stalking, perché le molestie insistenti sono spesso il passo che precede le aggressioni, mentre per i fondi tagliati contro la violenza sulle donne il mio ministero ha altre somme da destinargli".
E per i gay?
"La mia idea è di aggiungere il motivo di orientamento sessuale al decreto legge del '93 che prevede l'aggravante se la violenza è compiuta per motivi di razza o religione".
Scusi ma lei ha avuto pari opportunità?
"Gli uomini hanno un pregiudizio storico sull'ignoranza delle donne, se sei bella ancora di più, ma non mi piango addosso e vado avanti. Sono testarda, penso sempre di dover migliorare e quindi da quando sono ministro dormo male. Ho la consapevolezza delle aspettative".
Cosa vuole?
"Una famiglia mia, in una società ordinata che coccola madri e figli troppo spesso senza adeguata tutela".
Se sua figlia fosse omosessuale?
"Le insegnerei a vivere la sua situazione con naturalezza e sobrietà, perché le provocazioni non servono", dice forse pensando al corteo del Gay pride dove campeggiavano le foto di un suo vecchio calendario osé.
Ora chi si ispira politicamente?
"Vorrei essere Ronald Reagan. Anche lui è entrato in politica arrivando dal mondo dello spettacolo. Guardato con sospetto, diffidenza e sufficienza, si è poi dimostrato uno dei più grandi politici della storia americana".
-
Nessun commento:
Posta un commento