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giovedì 14 febbraio 2008

Ciao Maschio. Una società dove l'uomo diventa sempre meno utile.

Maschio addio. Basta stupri. Giù gli obelischi. Fine dei sigari e degli hooligan. Scienziati inglesi producono sperma dal midollo spinale femminile. E rinasce l'utopia di un mondo solo di donne.

(Mauro Covacich - L'Espresso) Ci aspettavamo un futuro di navicelle spaziali, strade intergalattiche, cibo in pasticche, macchine volanti, invece sono arrivati Internet, la posta elettronica, il trasferimento di testi e immagini in tempo reale, la rarefazione della materia nei processi digitali. Ci aspettavamo un futuro di androidi, robot, marziani, uomini bicefali con le antenne e le orecchie da pipistrello, ci aspettavamo di vedere, come il povero Rutger Hauer, "navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser". Invece vedremo il pianeta terrestre abitato da sole donne (o meglio: lo vedranno loro). Un mondo normale, con gli alberi e le case, senza raggi B, ma abitato esclusivamente da donne.

La scienza non smette di prendere in contropiede la fantascienza (prima o poi i cultori del genere dovrebbero affrontare l'argomento). Lo fa di nuovo oggi, con i ricercatori dell'Università di Newcastle, i quali dichiarano di essere pronti a trasformare il midollo spinale di una donna in sperma, escludendo l'elemento maschile dal ciclo riproduttivo. Di più: in questo tipo di sperma mancherebbe il cromosoma Y e quindi la procedura comporterebbe la nascita di una nuova stirpe umana, integralmente al femminile.

La fantascienza non vede bene, e prevede peggio. Lavora di fantasia. L'orizzonte che descrive è sempre separato da una specie di salto rispetto all'orizzonte che abbiamo ancora davanti agli occhi. È il salto che ci sposta in un sistema caratterizzato da parametri diversi rispetto a quelli della realtà, fantaparametri all'interno dei quali è concessa qualsiasi invenzione. La scienza invece ci vede benissimo. Ha una vista così potente da apparire allucinata. È la vista di chi lavora con l'immaginazione, non con la fantasia. La scienza ha una 'vision', elabora un orizzonte futuro sulla base dei parametri della realtà stessa. Niente salti. Niente orecchie di pipistrello. Solo un mondo abitato da esseri umani uniformemente dotati di vagina. Donne geneticamente autonome, ermafroditi, portatrici di ovuli e seme. È un mondo verosimile, che riusciamo a prefigurarci, e per questo piuttosto sconvolgente. Un mondo XX dove ci sarà una prima breve era di tutela della minoranza maschile e verranno stabilite delle quote azzurre. Poi, inesorabilmente, gli uomini verranno declassati, allontanati dai ruoli di potere, e perderanno via via, insieme al loro ruolo riproduttivo, anche quello sociale. Divenuti inutili, saranno sempre meno interessanti sul piano delle relazioni. Le donne etero impareranno dalle loro amiche omosessuali a darsi piacere senza penetrazione, a espandere l'orgasmo clitorideo sull'intera superficie del corpo, e diventeranno ancora più sofisticate, e sapranno venire anche facendo brainstorming in riunione, anche semplicemente sfiorandosi il lobo di un orecchio. I pochi uomini superstiti vedranno scomparire i loro caratteri sessuali. Non essendo più desiderati, smetteranno di desiderare. I loro peni si atrofizzeranno per disuso. Infine, dopo due, tre generazioni da eunuco, il maschio si estinguerà.

A quel punto tutto prenderà luce e calore dall'ossimoro 'sperma femminile'. La fallocrazia, un concetto sopravvissuto almeno 5 mila anni, affonderà in un mare spumeggiante come il membro di Urano evirato da Crono. Nelle città verranno demoliti i campanili, i minareti, le torri, i grattacieli, le ciminiere, gli obelischi. Dalle case scompariranno le penne, i sigari, i coltelli. Dai bagni pubblici, gli orinatoi. I negozi non venderanno più kit da bricolage - addio trapani! - né bilancieri, né panche. Certo, potrà essere un problema montare le scaffalature Ikea, ma la fatica sarà ampiamente ricompensata: niente più calze di spugna sudate in giro per la casa, niente più peli nel lavandino, niente più l'odioso ronzio del rasoio. Solo collant gocciolanti sul bordo della doccia, solo strisce di ceretta, pacchi di assorbenti con le alette, solo forcine, spazzole, balsami al midollo di placenta, solo creme idratanti e fon col diffusore.

E fuori? Be', fuori, una società senza gerarchie, né assetti piramidali. Luoghi di lavoro con organigrammi solo orizzontali. Uffici e assetti societari progettati senza vertici, un sistema di protocolli in cui il potere non verrà esercitato, ma circolerà come linfa nelle venature di una pianta. Fuori, una società dove verranno distrutti i fucili e i cannoni (anche i cannoli, purtroppo). Una società senza più manganelli, dove l'ordine pubblico si manterrà da solo, dove anche gli ultras saranno scomparsi insieme all'ultima molecola di testosterone, dove guidare sarà più facile e nessuno si picchierà ai semafori, dove diminuiranno drasticamente gli incidenti, anche se il parasole, in macchina, avrà lo specchietto pure sul lato guida. Ecco il futuro, un mondo senza più erezioni, senza più invidia del pene. Un mondo senza Freud. Un mondo senza più violenze sessuali.

Certo, per i maschi è una prospettiva non proprio rosea, un contrappasso piuttosto brusco. Per lenire il colpo, gli scienziati ci assicurano che questa scoperta sarà concretamente realizzabile fra una decina d'anni (al momento i topi nati da 'sperma femminile' non godono di buona salute). Però, insomma, la strada sembra essere segnata: lo si voglia o meno, un mondo senza uomini appare migliore. E c'è già chi spiega come costruire una famiglia senza padre, dal primo contatto con una banca del seme in poi: si chiama Louise Sloan e il suo libro 'Knock yourself up' ha avuto un enorme successo.

Ovviamente agli uomini non piacerà scomparire dalla faccia della Terra. Ma in questi ultimi quarant'anni di rarefatte filosofie della differenza non siamo stati capaci di uscire dall'impasse di un muro contro muro. Pensavamo che il problema fosse risolto, molti di noi (io, ad esempio) trovavano anacronistiche le battaglie per i diritti delle donne. Anacronistiche e pedanti. Il mio commercialista è una donna, il mio medico è una donna, il mio editor è una donna, il giornale a cui collaboro è diretto da una donna: mi sembrava che dovessimo passare oltre, che 'noi' e 'loro' dovessimo affrontare insieme cose tipo l'approvvigionamento idrico, l'inquinamento del pianeta, l'imperialismo delle multinazionali, eccetera eccetera. Invece il rancore cresceva appena fuori casa, bastava dare un'occhiata un po' più in là del proprio naso e si vedeva un mondo di rancore.

A New Delhi è nata una compagnia di taxi per sole donne. In Kenya, a pochi chilometri dalla famosa riserva naturale Samburu, è nato un villaggio per sole donne. Donne percosse, ustionate, infibulate, tenute insieme al bestiame, violentate con la naturalezza con cui si spezza il pane. Oppure donne Pandora, colme dei mali del mondo, guai anche solo a sfiorarle: sto pensando all'ultimo romanzo di Don DeLillo, 'L'uomo che cade' (Einaudi), dove Mohamed Hatta e gli altri dirottatori dell'11 settembre, riuniti nella casa-rifugio di Marienstrasse ad Amburgo, si assentano dalle discussioni solo per andare in bagno a controllarsi la barba e a masturbarsi.

Se non siete riusciti a trovare un accordo, l'unica soluzione - sembra dirci la scienza da Newcastle - è che uno dei due se ne vada. L'uomo non è più indispensabile, può accomodarsi all'uscita. Forse qualcosa di noi si conserverà nei geni delle donne, forse il pensiero uterino salverà il calcolo e le categorie del cogito, e in qualche modo sopravvivremo dentro questa nuova umanità monosessuata. Resta da capire cosa diventerà l'essere umano, una volta persa la sua duplicità. Un essere umano che si feconda e partorisce è una specie di 'corpo senza organi', come se lo figurava Gilles Deleuze. Un organismo liberato dalla Legge, fatto di solo Desiderio. Un nucleo informe di energia, inteso come riserva di produttività sempre pronta a generare, ad affermare se stessa, rivoluzionando l'esistente in nome di un corpo sempre a venire. Friedrich Nietzsche ha parlato di un 'Oltreuomo', pensando al soggetto in una prospettiva successiva al dominio della tecnica e al superamento della metafisica. Probabilmente per delicatezza ha preferito non specificare di che sesso sarebbe stato.

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