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giovedì 14 febbraio 2008

Romania. Il Senato dice no ai matrimoni gay.

Gli omosessuali ricorreranno contro lo stato romeno alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

(Ansa) Il Senato romeno ha adottato oggi un emendamento al Codice della famiglia che vieta i matrimoni tra i gay. Stando all'emendamento, la famiglia si basa sul matrimonio liberamente acconsentito ''tra un uomo e una donna'' e non piu' ''tra gli sposi'', come prevede l'attuale legislazione, senza precisare il sesso. L'emendamento, proposto dal partito di estrema destra 'Grande Romania' (all'opposizione) ''per difendere l'istituzione della famiglia'', e' stato sostenuto anche da senatori del Partito socialdemocratico, di quello democratico-liberale (entrambi all'opposizione) e dai liberali al governo di minoranza.

Il senatore Gyorgy Frunda dell'Unione democratica magiari di Romania (al governo insieme ai liberali) ha criticato l'emendamento, ritenendolo contrario alle normative europee sui diritti dei gay. Ricordando ai senatori che, dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989 l'omossessualita' in Romania e' stata decriminalizzata appena nel 2001, Frunda si e' detto convinto che gli omosessuali ricorreranno contro lo stato romeno alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Il senatore socialdemocratico Serban Nicolae, ha dichiarato invece che ''per i romeni la famiglia si e' da sempre basata sul matrimonio tra un uomo e una donna'', sostenendo che l'emendamento non e' contrario alle normative europee. Per le associazioni gay l'emendamento e' incostituzionale e l'organizzazione Human Rights Watch, in una lettera al governo, ha denunciato la discriminazione della nuova misura. Per entrare in vigore, l'emendamento dovra' essere adottato anche dalla Camera dei deputati.

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