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mercoledì 30 gennaio 2008

Coppie omosessuali: Tel Aviv facilità la legalizzazione.

(Agenzia Radicale) Cambiamento epocale nel riconoscimento dei matrimoni in Israele: Tel Aviv sta facilitando il riconoscimento delle coppie miste e omosessuali, oltre ad altre non formalmente sposate davanti al rabbinato, ai fini di servizi municipale ed erariali. Si attenua, finalmente, il monopolio del rabbinato nel riconoscimento delle unioni matrimoniali, e città come Lod e Mevaseret Zion hanno già accolto benevolmente la proposta.

Il comune di Tel Aviv-Jaffa ha accettato di riconoscere le nuove "carte di partnership" emesse dall'organizzazione New Family. Le carte, formato carta di credito, sono un documento formale firmato dalla coppia di fronte a un notaio che testimonia che il rapporto è legalmente vincolante secondo il "yeduim betzibur" o rapporti secondo la common-law: uno status sempre più popolare, anche se non legalmente definito, tra le coppie israeliane che vogliono sposarsi al di fuori dell'egida del rabbinato.

Si valuta che il numero delle coppie non riconosciute rappresenti il 40% delle famiglie israeliane, con circa 18.000 coppie omosessuali, 250.000 coppie che comprendono almeno un immigrante non ebreo, e un numero sempre maggiore di ebrei israeliani che rifiutano di sposarsi davanti al rabbinato o che decidono di sposarsi all'estero.

"Lo status di yeduim betzibur è riconosciuto in oltre venti leggi per scopi di ogni genere", spiega l'avvocato Irit Rosenblum, fondatrice e presidente di New Family. "Il problema sta nella burocrazia, in quanto le coppie non hanno modo di provare questo status. Di solito viene formalmente riconosciuto in situazioni spiacevoli come il divorzio o la morte, quando un giudice deve dichiarare che lo status esisteva per poter dividere i beni o stabilire i destinatari dell'eredità."

Questa iniziativa, ha lo scopo primario di correggere proprio quelle mancanze burocratiche che spesso devono affrontare le coppie di fatto, come ad esempio l'impossibilità per uno dei partner di ottenere un permesso di parcheggio per l'altro, o la difficoltà di cercare di qualificarsi per uno "sconto di coppia" per eventi e corsi municipali. "In sostanza, si tratta di un vero e proprio contratto legale, che specifica diritti e doveri della vita in comune, e che qualifica - dice Rosenblum - la loro relazione da ‘normativa', secondo la common-law, a contrattuale".

Ma il gap tra diritti legali e attuazione burocratica può essere grosso, e la nuova iniziativa cerca di riempirlo. "Molti diritti in questo paese non sono ancora equamente garantiti - afferma Etai Pinkas, un consigliere comunale di Tel Aviv che collabora con il sindaco Ron Huldai sui problemi gay-lesbiche - Ora il comune si è assunto il compito di fare tutto quello che è in suo potere per garantire l'uguaglianza". Con Tel Aviv come terza città, dopo Lod e Mevaseret Zion, a promettere di riconoscere le carta di partnership, Pinkas confida che "sia solo questione di tempo prima che la cosa si estenda a molte altre città israeliane".

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