D'Agostino: "Tendenze sessuali" anche pedofilia e necrofilia.
Vi sono "ambiguità" e "omissioni" nella Carta dei diritti dell'Unione europea firmata da poco a Strasburgo che offrono il fianco a interpretazioni 'aperturiste' sul matrimonio gay e sulle "tendenze sessuali": è l'allarme di un editoriale del quotidiano dei vescovi 'Avvenire'.
"E' dovere di onestà intellettuale, una volta riconosciuti alla Carta i suoi meriti, rilevare come in essa siano state insinuate ambiguità e siano presenti omissioni, che ne possono purtroppo favorire una lettura francamente inaccettabile", scrive Francesco D'Agostino. Le critiche del presidente dell'Unione giuristi cattolici italiani si appuntano, in particolare, sull'articolo 9 sulla famiglia ("Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio") e sull'articolo 21 sulle discriminazioni (fondata, tra l'altro, sulle "tendenze sessuali").
Quanto al primo, "interpretare questo articolo come una intenzionale apertura al matrimonio tra omosessuali è un'autentica forzatura ermeneutica ed ideologica", scrive D'Agostino. Secondo l'editorialista di 'Avvenire', poi, il secondo articolo è "linguisticamente infelice e giuridicamente troppo vago". "Possiamo certamente riferirci all'omosessualità come a una tendenza sessuale'", prosegue, "ma come negare che possono parimenti essere ritenute 'tendenze sessuali' la pedofilia, il sadismo, la necrofilia, ecc? E' troppo pretendere da una Carta dei diritti che alcuni ritengono abbia un valore epocale un uso rigoroso del linguaggio?". La Carta dei diritti diventa giuridicamente vincolante con l'entrata in vigore del nuovo Trattato di Lisbona.
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