(Klaus Davi - La Stampa) Secondo stime ufficiali il partito dei clienti italiani della prostituzione raggiunge la cifra record di 9 milioni di unità. Questo vuol dire che se tutti i fruitori delle belle di notte si unissero, la loro compagine sarebbe di gran lunga la prima forza politica italiana. E' forse questa la vera ragione per cui in Italia non si verrà mai a capo di una soluzione della questione prostituzione. Tutte le forze politiche sono consapevoli che si tratta di un fenomeno trasversale che preso troppo di petto potrebbe avere conseguenze elettorali inaspettate.
Detto questo i politici continuano ad onta di ogni cifra ad esercitare della retorica facile su questo problema. Intanto l'universo del sesso in vendita evolve e si profila un nuovo fenomeno fino ad ora poco studiato: l'esplosione di una forma più subdola del classico mercimonio del corpo: lo scambismo su strada. Un vero e proprio boom che coinvolge parcheggi, piazzole, autostrade a grande percorrenza così come percorsi più nascosti e privi di grande visibilità.
Dati ufficiali non ce ne sono ma una cosa è certa: con l'aumento esponenziale dei costi dei motel e degli hotel adibiti al consumo del sesso, ora questo genere di pratica si è riversata massicciamente sulle strade. Ma ancora la classe dirigente sembra non essersene accorta, forse perché avviene lontana dai fari delle grandi città. E allora? Nessuno può esercitare una facile ipocrisia.
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Storia di Angela, la cassiera:
(La Stampa) "Diventare merce di scambio per soddisfare le altrui perversioni ci vuol poco, soprattutto quando non si riesce a trovare altra via d'uscita alla disperazione. Angela P. faceva la cassiera in un piccolo supermercato di Cormano, piccolo comune a nord di Milano. Quando andava bene, 1.200 euro riusciva a portarli a casa ogni mese. Mollata dal marito si accompagnò con Saverio, un muratore che lavorava per alcune imprese edili dell'hinterland milanese, arrivando a racimolare fino a 2.000 euro mensili, ovviamente in nero. Ma poco alla volta le cose cominciarono a cambiare. Sarà stato per la crisi del settore edilizio, ma Saverio lavorava sempre di meno. Non solo non c'erano soldi, ma Angela spesso rimaneva da sola in casa. Il suo compagno il più delle volte non rientrava neanche a dormire. Intanto lei aveva perso il lavoro, perché il minimarket aveva chiuso. Ormai disoccupata, per la pagnotta dipendeva esclusivamente dal compagno. Saverio, dal canto suo, era sempre più irascibile. Furiosi alterchi e aggressioni, ora verbali ora fisiche, contribuivano ad alimentare un clima di tensione.
Un giorno Saverio decise di portare con sé Angela durante una delle sue misteriose trasferte notturne. «Alle dieci di sera imboccammo la tangenziale. Uscimmo allo svincolo di Lorenteggio. Pochi minuti di strada interna e ci trovammo nel bel mezzo di un parcheggio che costeggiava un famoso motel. Più volte gli domandai cosa ci facessimo lì, ma Saverio spense il motore facendo finta di non sentirmi. C'erano una cinquantina di auto che ci gironzolavano intorno. Due di queste accostarono. Alla guida c'erano altrettanti uomini. Arrivavano entrambi da Pavia». Angela non fece fatica a intuire cosa cercassero. «Portami via da qui», intimò al marito, minacciandolo di tornare a casa a piedi. Tutto inutile. Alla fine si convinse ad andare con quegli sconosciuti. Il precedente, ormai, era innescato e la cosa si ripeté ancora. Del resto, i giorni passavano e, con essi, aumentava il nervosismo. Le richieste economiche dei bambini diventavano sempre più difficili da soddisfare. «Lo fanno tantissime coppie per sbarcare il lunario», diceva Saverio per tranquillizzare Angela.
Quest'ultima non avrebbe mai ceduto, se non fosse stato per l'avvicinarsi delle festività natalizie. «Cosa avrei regalato ai miei figli? Eravamo senza una lira e il mio compagno, per ripicca, non mi dava nulla di quello che era riuscito a mettere da parte». Il 22 dicembre, quindi, Angela e Saverio decisero di comune accordo di far tappa al parcheggio del motel. Giusto in tempo per comperare qualche regalo ai figli. Angela è tra le pochissime italiane che ora «lavorano» a Trezzano sul Naviglio, piccolo sobborgo a sud-ovest del capoluogo di regione lombardo, la capitale italiana del sesso pseudo-scambista su strada. Tutte le altre sono straniere, accompagnate da una quindicina di autisti che hanno abbandonato i loro lavori normali, meno lucrosi, che portano in loco le belle di notte, a uso e consumo di singoli e camionisti."
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