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domenica 16 dicembre 2007

Nelle stanze del piacere passa l'alta borghesia. "Faccio sesso di gruppo con un finto compagno".

(La Stampa) Ventidue anni dichiarati, 1 metro e 78 di travolgente bellezza, Irina pare essersi materializzata dalle copertine patinate di «Vogue». Nella sua vita, però, di glamour ce n’è ben poco. Avvolta in una mantellina bianco latte, si mimetizza dietro un paio di enormi occhiali da sole. Bella di notte, di giorno fa di tutto – invano - per mascherare la sua avvenenza. Originaria di Balti, Moldavia, Irina racconta di essere arrivata in Italia tre anni fa, dopo aver preso il diploma di assistente sociale nel suo Paese d’origine. «Una mia amica mi aveva detto che qui si guadagna bene. Sosteneva di lavorare in una discoteca come barista. Ogni volta che tornava in Moldavia per le vacanze passava a trovarmi e sfoggiava vestiti bellissimi. Io sapevo benissimo che si prostituiva».

Irina ammette di essersi lasciata tentare dalla bella vita condotta dalla sua amica. Da quando è in Italia, prima di approdare sulla riviera adriatica, ha lavorato in numerosi privé di Milano, dove lo pseudo-scambismo è di casa. E’ così che ha potuto constatare che il sesso di gruppo «piace tantissimo agli uomini milanesi». Per questo molto spesso entrava in scena il suo protettore, Maurizio, che, all’occorrenza, diventava il suo partner . Si trattava di un calabrese noto alle forze dell’ordine per appartenere al giro della ‘ndrangheta. «Ma lui – si giustifica Irina - era anche il mio fidanzato». Il gioco era facile. Maurizio ed Irina, d’accordo con la proprietà dei locali, si offrivano come coppia a tutti gli effetti. Quando venivano avvicinati da un’altra coppia o da singoli, concordavano cifra e prestazione.

E poi si dirigevano a consumare in una delle numerose stanze del piacere presenti in loco. I prezzi? «Si va dai cinquecento ai mille euro, qualora la coppia debba uscire e andare a casa dei clienti. Tutto questo, senza dimenticare il biglietto di ingresso che per un singolo può arrivare anche a 300 euro». Il target era quello della Milano bene, dei professionisti, ma anche dell’alta borghesia bancaria e industriale, che appare sulle copertine dei giornali economici con mogli e figli in vista. Irina, dopo due anni di permanenza nel capoluogo lombardo, si trasferisce a Giulianova, in Abruzzo, lì dove appunto la incontriamo. I motivi sono facilmente intuibili. Dopo un po’, per non dare troppo nell’occhio, è bene cambiare aria, fa capire.

Il turn-over evita grane con le forze dell’ordine, che stanno intensificando i controlli nei locali notturni in tutto il paese «La riviera adriatica – ammette Irina - è un vero paradiso per gli amanti dei night. Qui siamo in centinaia. Lavoriamo tutte nei locali della costa. Non diamo fastidio, non siamo come le nere che lavorano per strada. La nostra è una prostituzione di serie A. E poi facciamo la felicità degli uomini». Ora che Maurizio è ai domiciliari si fa accompagnare da un frequentatore di locali teramano. «Mi piace parlare con la gente. Quando tornerò a Balti, sogno di fare la psicologa». In fondo anche il sesso è un modo per studiare la natura umana.

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