Il leader Cisl: è Prodi che non ha più il senso della realtà, addio politica dei redditi.
(Luca Iezzi - La Repubblica) «Prodi dice che i rincari sono fuori dalla realtà? Il senso del reale lo ha perso lui che si meraviglia e non capisce che queste cose succedono perché il Paese non è governato» Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, è furibondo con il premier, secondo lui reo di aver abbandonato «le uniche cose sensate fatte finora: concertazione, politiche dei redditi e concorrenza. Nel caos dominano le lobbies e il governo è sempre responsabile o perché non se ne rende conto o perché le lascia fare».
Il governo è responsabile anche della speculazione sui prezzi dei beni generata dopo l´agitazione degli autotrasportatori?
«Comportamenti cinici si verificano quando ogni centro di potere pensa di potersi avvantaggiare impunemente. Le concessioni fatte agli autotrasportatori sono state bilanciate dalla richiesta di comportamenti sui prezzi? Ma il problema è generale: l´unica linea politica riconoscibile e apprezzata di Prodi si è vista con il protocollo Welfare e con le leggi sulla concorrenza. Su fisco e salari tutto si è fermato: da luglio non incontra più i sindacati e le liberalizzazioni giacciono. Così i lavoratori dipendenti sono esasperati da quattro livelli di tassazione che si scaricano sul salario mentre tariffe e prezzi che vanno per conto loro. Nel frattempo in Finanziaria si creano nuove rendite, come quell´emendamento che intende privatizzare le linee ferroviarie più redditizie, lasciando allo Stato le perdite del servizio universale. Dove sono i difensori del mercato in quel caso?».
Maggior presenza del governo significa chiedere anche prezzi amministrati?
«Ci piacerebbe, ma è fuori dalla logica di mercato e quindi impensabile. Certo serve più concorrenza i monopoli di fatto e i cartelli di aziende sono tanti. Inoltre nel campo degli alimentari qualche problema sulla filiera c´è. In ogni caso coinvolgere i sindacati e le categorie servirebbe anche ad avere più controllo sui prezzi. Invece niente, se continua così lo sciopero generale a gennaio sarà inevitabile».
La corsa dei prezzi peggiorerà il crollo dei consumi previsto per il 2008 dal centro studi Confindustria?
«È sensato che il grido d´allarme arrivi da loro ed è un buon segno per i lavoratori. Dentro Confindustria pesa ancora il manifatturiero cioè chi si pone il problema della concorrenza internazionale e della tenuta dei consumi interni. Nei servizi, come le banche e le assicurazioni, imperano atteggiamenti più cinici. Ma anche se gli industriali, come chiede il sindacato, devono concedere aumenti salariali, servono interventi sulla tassazione e sui prezzi per non vanificarli. La politica dei redditi è questa».
Dopo gli autotrasportatori, i sindacati di Alitalia minacciano un Natale di disagi. È inevitabile?
«Non abbiamo altro modo per farci sentire. La compagnia è a un passaggio cruciale e da un anno e mezzo non ci viene accordato un incontro. Vogliamo discutere in trasparenza. Invece c´è l´interesse a svendere la compagnia, probabilmente agli stranieri, come fossimo un piccolo paese, e a nascondere i veri criteri della scelta, ma noi daremo battaglia».
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