(Libertà online) Si chiama omofobia l'ultimo motivo di lite all'interno della maggioranza. Il decreto sicurezza approvato giovedì sera dal Senato prevede infatti la sanzione per chi mette in atto discriminazioni fondate, tra l'altro, anche sulle tendenze sessuali, norma che inserisce come fattispecie di reato l'omofobia e che fa letteralmente saltare i nervi non solo all'opposizione, ma anche ai cattolici del centrosinistra.
Una norma che non piace ai cattolici, sia perché rappresenta un riconoscimento dell'omosessualità, sia perché, in via del tutto teorica, anche la Chiesa, con le sue posizioni contro gli omosessuali, rischierebbe di essere perseguita.
Dall'altra parte della barricata, c'è invece il sostegno dato ieri al decreto da tre europarlamentari italiani che ricordano come il testo non faccia altro che applicata la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, di cui anche l'Italia deve tener conto.
«Quello approvato ieri dalla maggioranza sui reati di omofobia rischia di diventare peggio dei tribunali speciali di Mussolini». Lo dichiara il senatore della Lega Massimo Polledri, commentando la parte del decreto sulla sicurezza relativa alla pena di tre anni per insulti omofobici.
«Almeno Mussolini - rileva Polledri - inviava la gente al confino; questi signori qui sbattono in galera una persona solo perché è contro certe pratiche sessuali. Se così fosse allora l'attacco è indirizzato anche all'attuale Papa che, come prefetto della Chiesa, già nel 1992 si espresse su queste tematiche. Tre anni di galera sono una cosa vergognosa».
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