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mercoledì 5 dicembre 2007

Gay, "omofobia" e il Papa. Chi lo cita andrà in galera?

Allarme di "Alleanza Cattolica" per un disegno di legge in discussione in Parlamento.
(Marco Tosatti - La Stampa) Massimo Introvigne, direttore del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, lancia un allarme sul sito di “Alleanza Cattolica” (www.alleanzacattolica.org) a proposito del disegno di legge "Misure di sensibilizzazione e prevenzione, nonché repressione dei delitti contro la persona e nell'ambito della famiglia, per l'orientamento sessuale, l'identità di genere ed ogni altra causa di discriminazione", presentato il 25 gennaio 2007. Secondo Introvigne, c’è il pericolo, se la legge viene approvata, di ricevere una condanna di tre anni di galera se si diffonde l’insegnamento della Chiesa per quel che riguarda l’omosessualità. IL DDL, approvato in Commissione Giustizia della camera, e firmato dal ministro per le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, prevede all’articolo 3 la reclusione fino a tre anni per chi “diffonde in qualsiasi modo” “idee fondate sulla superiorità” ovvero “incita a commettere e commette atti di discriminazione” per motivi “fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. Sono termini piuttosto vaghi e generici, nota Introvigne, ma aprirebbero la strada alla persecuzione dei cattolici che, per esempio, diffondessero un testo come quello seguente: “La ‘tendenza sessuale’ non costituisce una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, ecc. rispetto alla non-discriminazione. Diversamente da queste, la tendenza omosessuale è un disordine oggettivo”. E ancora:“Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale: per esempio nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori di atletica, e nel servizio militare”. E infine: “Le persone omosessuali, in quanto persone umane, hanno gli stessi diritti di tutte le altre persone, incluso il diritto di non essere trattate in una maniera che offende la loro dignità personale…Nondimeno questi diritti non sono assoluti. Essi possono essere legittimamente limitati a motivo di un comportamento esterno obiettivamente disordinato”. Il testo da cui provengono è firmato da Joseph Ratzinger, (era allora Prefetto per la Congregazione della Fede) e si intitola: Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali emanato il 23 luglio 1992. Si chiede Introvigne: vescovi, sacerdoti e fedeli che – coerentemente con il loro status di cristiani –volessero pubblicizzarlo, se la legge fosse approvata, potrebbero andare in galera? Il documento comunque già vedeva questo pericolo incombere: “Includere la ‘tendenza omosessuale’ fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l’omosessualità quale fonte positiva di diritti umani, ad esempio, in riferimento alla cosiddetta ‘affirmative action’ o trattamento preferenziale nelle pratiche di assunzione. Ciò è tanto più deleterio dal momento che non vi è un diritto all’omosessualità che pertanto non dovrebbe costituire la base per rivendicazioni giudiziali. Il passaggio dal riconoscimento dell’omosessualità come fattore in base al quale è illegale discriminare può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa e alla promozione dell’omosessualità”.

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