Ieri sera la fiaccolata organizzata da Radicali e movimenti glbt. La delibera dovrà essere votata per legge entro oggi.
(Il Manifesto) Hanno manifestato in piazza del Campidoglio a Roma per chiedere al sindaco-leader del Pd, Walter Veltroni, soprattutto di non violare la legge. Sì, perché l'articolo 8 dello statuto capitolino prevede che entro oggi il Consiglio comunale debba votare la delibera di iniziativa popolare presentata sei mesi fa, il 5 giugno, con circa 10.200 firme, il doppio di quelle richieste, che chiede di istituire un registro comunale delle unioni civili. Esattamente come è stato già fatto in oltre trenta città italiane. La fiaccolata di ieri sera, indetta venerdì scorso dal Partito radicale e dal movimento lgbt, in pochi giorni era riuscita ad ottenere tre pagine fitte fitte di adesioni. Eppure il piazzale non era certo illuminato dalla luce delle torce esibite dalle poche centinaia di persone presenti. «Le adesioni sono state tante ma poi quando si è trattato di scendere in piazza sono diventati tutti fantasmi», ha commentato deluso Marco Pannella. Per l'Arcigay e le altre associazioni del movimento omosessuale, invece, la risposta della città ad un appello lanciato solo poche ore prima è stata più che soddisfacente.
In piazza c'è anche il consigliere comunale socialista Gianluca Quadrana, firmatario insieme a Roberto Giulioli (Sd) di una seconda delibera sul registro delle unioni civili che, secondo Veltroni, dovrebbe essere accantonata per fare posto ad un Odg vago quanto innocuo. Quadrana dibatte a distanza anche con l'assessore al Personale, Lucio D'Ubaldo, che ha proposto una «terza via» per uscire dall'impasse. Un cambio di nome, un gioco di prestigio: scompare la parola «unioni» e si ottiene il «registro delle solidarietà civili». «All'assessore dico che invece di parlare di anagrafe si occupi dell'anagrafe valorizzando i lavoratori - attacca Quadrana - Le delibere, quella consiliare e quella popolare, andranno in Aula». Altrimenti, promette Rita Bernardini, «faremo ricorso contro questa ennesima violazione di uno strumento di democrazia diretta come la delibera popolare». D'altra parte, aggiunge laconica la segretaria nazionale dei Radicali illuminata dalla fioca luce della fiaccola che porta in mano, «nulla di nuovo in una città dove, a fronte di un migliaio di parrocchie, sono a disposizione solo tre luoghi per celebrare i matrimoni civili che ormai superano il 30% e sono in continua crescita».
Tra i tanti politici locali e nazionali spicca sicuramente la presenza della sottosegretaria alla Famiglia, Chiara Acciarini. È venuta perché la proposta contenuta nelle due delibere «è molto ragionevole e peraltro in linea con la storia del nostro paese, visto che Pisa ha da poco celebrato il decennale del registro comunale. Un provvedimento amministrativo - continua Acciarini - che diventa ancora più importante perché tiene viva la discussione sui Cus, sollecitando il Parlamento a velocizzare l'iter di approvazione».
Eppure a Roma un registro delle unioni civili già esiste, sia pure in un solo quartiere: l'ha istituito il presidente del X municipio, Sandro Medici, che è «avvilito perché questa città ha riesumato il suo vecchio volto sagrestale». Con lui c'è Pino Galeota, consigliere comunale del Prc che punta il dito contro l'Odg di Veltroni: «Gli Odg esprimono grandi sentimenti di cui è depositario il nostro caro sindaco - dice con un certo sarcasmo - noi siamo qui per dare corpo e concretezza a quei sentimenti. Ci farebbe piacere che Veltroni sollecitasse il Parlamento non solo con un Odg ma anche con una manifestazione. Allora saremmo sicuramente con lui».
Foto di Psyko
---
Ndr. E' più lungo l'elenco di chi non c'era (Fabrizio Marrazzo, Imma Battaglia, Paola Concia, insomma quelli di sinistra per intenderci) di chi c'era.
Forse eravamo in duecento... forse meno. Meglio non contarsi.
Quattro gatti dell'Arcigay ed altrettanto di GayLib imbandierati e con in testa il loro vice-presidente Daniele Priori. Noi c'eravamo...
-
Nessun commento:
Posta un commento