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sabato 6 ottobre 2007

Torna la "Compagnia del rosè" nella politica italiana?

(Anelli di fumo) Alla fine non è "PSI", ma "PS", alla francese, il nome scelto da Boselli del nuovo partito, come aveva annunciato qualche mese fa. E mai la mancanza di una sola lettera ha significato tanto nella politica italiana. Torna la "P" di partito, infatti, un ottimo segnale dopo la stagione in cui sembrava diventata una parolaccia. C'è un esplicito richiamo al PSE alle radici della rosa. Ed è quadrato, il simbolo, con tanto rosso, richiamandosi al simbolo della Spd tedesca, ma anche del PSOE spagnolo. Peccato solo che la Rosa sia rimasta priva del pugno, questo non mi piace.

Ho sempre creduto che i simboli dei partiti abbiano una importanza di tutto rispetto. I colori non sono mai scelti a caso e dicono molto di quel partito, della sua storia, delle sue ambizioni, più di quanto dicano gli uomini, spesso bugiardi e opachi. I colori invece sono sinceri: se credi nel rosso, metti il rosso, se ti pare eccessivo lo annacqui con un po' di giallo, finché non ti diventa arancione. Ma se poi l'arancione ti pare troppo vivo, lo puoi sempre cambiare. Alcuni arrivano al blu e verde, o addirittura all'azzurro, che sembrano colori più rassicuranti, ma alla fine il blu è il colore del RP di Bush, quello che ha messo il veto per estendere l'assicurazione sanitaria ai bambini malati, o di An.

Ma ovviamente gli uomini politici sono ugualmente importanti. Nel nuovo PS ci sono nomi orrendi, come quello di De Michelis o di Del Bue, assieme a nomi splendidi, come quelli di Grillini e Angius. E tuttavia, se mi si chiede "preferisci De Michelis o la Binetti?" io non ho alcun dubbio: preferisco De Michelis. Lo preferisco per la sua ferrea laicità, per le sue competenze di politica estera. Lo stesso, ormai, vale per il nuovo Rutelli. Un tempo, vent'anni fa, era ovviamente il contrario, ma occorre prendere atto dei mille cambiamenti dell'ex sindaco di Roma, che oggi è solo un baciapile che ha fatto male i suoi calcoli. E se vogliamo fare la lotta tra i "migliori", secondo me il migliore del PD è Bersani. Gli preferisco Angius e anche Grillini.

A oggi, non so se alla fine voterò per il PS, con il quale sono in sintonia sui temi della laicità, dei diritti civili, dell'Europa, della Scuola e però sento come troppo moderato sui temi di politica estera, dove gradirei una maggiore distinzione dagli Usa di Bush proprio seguendo ciò che fece Bettino Craxi, e di politica del lavoro, dove vorrei maggiore riformismo in favore dei precari e dei giovani. Ma di certo, da oggi ritorno ad avere un possibile punto di riferimento partitico.

Aspetto di vedere cosa faranno i Radicali Italiani e cosa riuscirà a fare Fabio Mussi con i suoi di Sinistra democratica nel campo dell'Estrema, prima di fare la mia piccola, piccolissima scelta di campo. Ma è chiaro che il richiamo al PSE, il richiamo a Zapatero fa sentire tutti i laici di Sinistra a casa. E temo che la Sinistra di Mussi, Diliberto e Bertinotti mirerà a difendere i diritti dei lavoratori anziani e dei pensionati, più che quelli di chi ha meno di 45 anni.






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