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sabato 6 ottobre 2007

Primarie: le domande della comunità GLBT, la mediocrità dei candidati.

Il parere di Elfo Bruno

Alla fine la montagna ha partorito. Se si tratta di un topolino o di un gigante di pietra ce lo può dire solo il tempo. Va da sé che considero insufficienti, seppur legittime, le domande che Gay Today ha sintetizzato per i candidati alle primarie.

Per chi non lo sapesse, l'aggregatore ha laciato la campagna "Chiedamoglielo" e i vari iscritti hanno posto i loro quesiti. Anch'io, che all'inizio consideravo la cosa largamente inutile e funzionale a dare credibilità al progetto del pd - progetto che chi ben mi conosce sa che considero di nefandezza uguale al fascismo e al berlusconismo - anch'io, dicevo, ho poi partecipato all'iniziativa ponendo i miei quesiti che si basavano, essenzialmente, sulla credibilità dei candidati sulla questione GLBT in Italia.

Sono arrivate centinaia di domande, e tutte coprivano uno spettro di argomenti che andava dal matrimonio gay - anche se io preferirei parlare di equiparazione tra coppie - all'omogenitorialità, dalla legge anti-omofobia ai diritti della componente transessuale.

La redazione ha perciò operato una sintesi dei temi più importanti e ha spedito ai candidati il nostro pacchetto di domande. Come dicevo, domande che rientrano appieno nel dibattito sui diritti di cittadinanza delle persone GLBT ma che partono dall'errore strategico di considerare Veltroni e complici degli interlocutori, piuttosto che dei nemici naturali.

Questa mia posizione può apparire grave, ma si basa in realtà sulle risposte a domande analoghe pubblicate in questi giorni e che tutti potete leggere su Repubblica on line. Lascerò perdere le valutazioni sulle risposte di Gawronsky e di Adinolfi, che si commentano da sole e che non considero degne di nota sia per la loro inconsistenza sia perché non reputo di nessun valore le loro candidature funzionali, a mio giudizio, a dare una parvenza di competizione a un gioco in cui il vincitore è già stato designato da tempo.

La vera partita, infatti, si gioca non tanto tra Veltroni e la Bindi o Letta, quanto tra il successo delle primarie - si sa che non potranno arrivare ai quattro milioni del 2005, per cui la soglia minima è stata ridotta del 75% - e l'affermazione di una delle correnti centriste che daranno il là all'intero partito democratico e che sono rappresentate rispettivamente dagli altri due candidati della Margherita.

Ma se vogliamo ritornare alle domande da fare ai signorotti del partito democratico, ci renderemo conto che le risposte sono già pronte e sembrano una sorta di passe-partout: rispondono a tutto ma non entrano nel merito di niente. Se guardiamo al sito di Repubblica, sono state posti gli stessi interrogativi di Gay Today e, se vogliamo sintetizzare anche le argomentazioni di lor signori, possiamo leggere che:

per la
Bindi oltre ai DiCo non si può (e si deve) andare, sottointeso il fatto che i gay devono scordarsi la genitorialità, ché un bambino meglio che mette un piede su una mina anti-uomo in Africa piuttosto che un luogo dove può esserci rispetto e amore;

per
Veltroni va garantiti i diritti delle persone che vivono all'interno delle coppie di fatto, cosa che nella logica di ogni essere umano dotato di media intelligenza non vuol dire una beneamata minchia, visto che in quanto single è la Costituzione che ci riconosce dei diritti fondamentali e che semmai bisogna intervenire sui diritti inerenti all'essere coppia;

per
Letta i froci esistono, ma prima bisogna pensare alle famiglie. Possibilmente cattoliche e con figli, che guai a pensare che la donna sia altra cosa rispetto a una vagina da ingravidare.

Credo che queste risposte siano largamente mediocri, ma d'altronde basta guardare da chi sono state proferite per capire che non si può chiedere a un carciofo di essere una rosa (e men che mai a una margherita).

Qui non si tratta di capire se Veltroni & Co. siano o meno d'accordo sul decreto Bindi-Pollastrini (quest'ultima intesa sempre come dattilografa della prima all'atto di stesura della legge), bensì occorrerebbe capire due aspetti fondamentali.

La prima cosa da chiedere è se per questi candidati un cittadino, a prescidenre dalla propria omosessualità, possa e debba avere un sistema di diritti civili che includa tutta una serie di prerogative che non ammettono distinguo.

Matrimonio, adozioni, reversibilità delle pensioni e quant'altro devono essere garantiti a tutte le persone che vivono in questo paese, senza andare ad indagare cosa fanno queste tra le lenzuola. Ogni scelta che va in direzione contraria a questo assunto è, per logica conseguenza, una scelta discriminatoria.

In secondo luogo, visto che di fatto il piddì già governa e non ha ottenuto nulla su questo frangente, come esso pretende di apparire credibile agli occhi della comunità GLBT.

Queste a mio giudizio dovevano essere le uniche domande degne di esser fatte, perché cosa (non) farà il partito degli ex comunisti e degli ex democristiani sui diritti civili è noto da febbraio di quest'anno. E sinceramente, sentirsi dire da Veltroni che anche noi siamo cittadini e dalla Bindi che oltre alla sua leggina vergogna non si può andare, sono risposte che non vogliamo più sentire.
Ne va del nostro onore, e della nostra dignità di persone.






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