Se, insomma, a Londra è appena scoppiata l’Adrianomania una ragione ci sarà. Merito dei pezzi presentati, a partire da una delle più recenti scoperte archeologiche, una colossale testa mai esposta finora raffigurante lui, l’imperatore. Barba riccioluta, sguardo fiero, fronte alta. Altri 180 oggetti, provenienti da 31 musei in tutto il mondo, alcuni mostrati per la prima volta fuori delle abituali sale in cui vengono custoditi, contribuiscono a costruire il ritratto di un uomo che a 41 anni, nel 117 d.C si trova improvvisamente alla testa di un impero. Amante delle arti ma anche stratega deciso, così deciso da non esitare quando serviva a trattare i suoi rivali con ferocia inaudita come dimostrano gli oggetti giunti da Israele che testimoniano dei circa 600 mila morti tra gli ebrei di Gerusalemme a causa della repressione dell’Imperatore. E poi c’è l’Adriano amante e amato, e il fantasma del suo grande amore Antinoo morto annegato nel Nilo nel 130 d.C. a cui dedicherà perfino un culto.
Fuori dalla magnifica villa di Tivoli, dunque, ed è la grande lezione di questa mostra, c’è tutto un mondo composto di mille sfumature. Sullo sfondo lui, il potere. Compagno bramato e detestato, ma unico vero orizzonte di un’epoca e di un’imperatore.
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