banda http://blografando.splinder.com

lunedì 4 agosto 2008

La New York nera del reporter Weegee in mostra a Milano.

Faces in the Crowd.

(Panorama) La New York scura e sporca della fine degli anni Trenta e Quaranta, quella immortalata nelle pagine hard boiled di Dashiell Hammett, dove spesso le pupe viziate della high society finivano con il pancino bucato, ganster e sangue erano una accoppiata fissa e nelle risse, fra tensioni razziali e odi, ci scappava sempre il morto, aveva il suo grande fotoreporter di nera. Era Weegee (Usher Fellig, ebreo austriaco, classe 1899, ribattezzato Arthur al suo arrivo a Ellis Island) che con la sua l’inseparabile macchina fotografica “Speed Graphic” e la camera oscura per sviluppare i negativi nella sua Chevrolet, si trovava sempre sul luogo del delitto, anzi quasi lo anticipava; si dice che quel nomignolo Weegee venisse proprio dalla storpiatura del nome “ouija“, il tavolo solitamente usato per le sedute spiritiche, per rimarcare le sue sulfuree premonizioni dei luoghi dei delitti. A questo grande reporter che ha creato la foto di cronaca nera, con un uso duro del flash e l’obiettivo spostato dal morto alla folla, per cogliere lo stupore attonito, ghignante o di sollievo dei testimoni, è dedicata una mostra aperta fino al 12 ottobre a Milano, Palazzo della Ragione dal titolo: Unknown Weegee. Cronache americane.

Cento le immagini esposte provenienti dall’ “International Center of Photography di New York” per narrare la vita bacata della Grande Mela durante il periodo della depressione, perché Weegee affermava: “Quando scatto una foto mi sembra davvero di entrare in trance: è l’effetto del dramma in corso o in procinto di scatenarsi: nasconderlo e andarsene in giro con occhiali dalle lenti rosa è impossibile. In altre parole, abbiamo bellezza e bruttezza: tutti amano la bellezza, ma la bruttezza permane.”
Per esser cinico del tutto scelse per la sua prima personale del 1941 il titolo Weegee: Murder is My Business. Dal 1940 Weegee entra a far parte del team fotografico di PM, un quotidiano di ispirazione progressista che perora i diritti di lavoratori iscritti al sindacato, ebrei e afro-americani e fa rinascere il dibattito politico negli Stati Uniti. Gli otto anni di attività del giornale vedono la pubblicazione di centinaia di foto di Weegee. Nel 1945 viene pubblicato Naked City, il suo primo catalogo di fotografie che ispirerà il film The Naked City (19 e lo stesso Weegee viene interpellato come consulente alla sceneggiatura; dal film nascerà la successiva serie TV Naked City (1958). Dal ‘47 inizia la collaborazione con Vogue, nasce la serie di “distorsioni” le caricature dei ritratti di celebrità dello spettacolo e del mondo politico che pubblica in Naked Hollywood. ” Non avrebbe mancato l’immondizia di Napoli - afferma Vittorio Sgarbi nella presentazione alla rasssegna- ne avrebbe dato un resoconto indimenticabile”. Dopo aver visto la mostra, c’è da credergli. Se Weegee si fosse trovato ad Elsinore ai tempi d’Amleto, state sicuri che le sue foto ci avrebbero restituito persino l’odore che fece esclamare al pallido prence: “C’è del marcio in Danimarca”.

Sphere: Related Content

Nessun commento: