Due partner, o tre. Ma alla luce del sole. Cresce, negli Usa, la tribù dei poliamoristi. Per i quali la monogamia è innaturale
(Lorenzo Soria - L'Espresso) Quando è stato annunciato che a vincere l'Oscar nella categoria della miglior attrice non protagonista era stata lei, Tilda Swinton è apparsa incredula, sul viso stampata la domanda: io? Poi è salita raggiante sul palco a raccogliere l'ambito trofeo, ma prima ha dato un bacio e un abbraccio a Sandro Kopp (nella foto), un pittore tedesco di 29 anni conosciuto durante le riprese di 'Cronache di Narnia' e col quale la Swinton ha una relazione sentimentale. E John Byrne, l'uomo con il quale sta assieme da 18 anni? Era nella loro tenuta in Scozia, vicino a Inverness, con Xavier e Honor, i loro due gemelli di 10 anni. "John è un uomo straordinario e un padre fenomenale", sostiene la coprotagonista di 'Michael Clayton'. "Viviamo nella stessa casa, ma vado in giro per il mondo con un pittore delizioso". E non ha problemi con questo tipo di ménage? "Viviamo sotto lo stesso tetto, ci amiamo e ci ameremo per il resto delle nostre vite, amiamo i nostri figli", continua. "Quanto al resto, sono affari nostri".
Affari che inevitabilmente hanno finito invece per venire discussi e dibattuti: quando ci sono, i triangoli sentimentali vengono tenuti nascosti e raramente sbattuti in faccia a un pubblico di un miliardo di persone. Ma per Anna Wagner, segretaria in uno studio legale di Washington che chiama Jim il suo 'partner primario', e che ha una relazione con Timothy che a sua volta convive con Carla, la rivelazione dell'attrice quarantasettenne non l'ha sorpresa più di tanto. "Se mettiamo da parte la fama e il denaro, la relazione sentimentale di Tilda è esattamente come quella di tante persone che conosco", sostiene.
Persone come la Wagner e la Swinton si considerano 'poliamoristi': hanno relazioni con più di un partner senza sentirsi né dei traditori né degli ipocriti perché lo fanno alla luce del sole e con il consenso di tutti. E sono convinte di avere trovato, mentre il matrimonio e le relazioni monogame mostrano segni di tensione e di fatica, una soluzione a sua volta irta di incognite e difficoltà ma sempre più diffusa e accettata. "Quelli della mia generazione riconoscono che quando devono decidere quale tipo di famiglia vogliono creare hanno molte scelte", conferma Diane Adams, un'avvocatessa ventottenne di New York la cui famiglia è composta da lei e da due uomini.
Secondo un sondaggio condotto dal sito di Oprah Winfrey, ben sette americani su cento sono coinvolti in relazioni aperte. Un numero forse eccessivo, il prodotto di un campione statistico non scientifico. Ma i poliamoristi crescono. Perlomeno, sono sicuramente più visibili: hanno vari siti in Rete, giornali come 'Loving more', gruppi di supporto, un libro che è una sorta di manifesto e che è diventato un best-seller intitolato 'The Ethical Slut', la sgualdrina etica. Hanno anche uno show televisivo col quale identificarsi: 'Big Love', la storia di un uomo (l'attore Bill Paxton) che si divide tra tre donne, altrettante case e un gran numero di figli. E ogni paio di mesi si riuniscono, nella East come nella West Coast, per scambiare opinioni, per darsi supporto, per contarsi, per partecipare a seminari che hanno titoli come 'Tre, quattro o più', 'Come rivelare di essere poly' o 'Gestione della gelosia'.
Per il Merriam-Webster poliamori è 'la pratica di avere più di una relazione romantica alla volta'. Una pratica entrata nel dizionario solo due anni fa ma che ha radici nei tempi biblici. "Abramo, Davide, Giacobbe e Salomone erano tutti poligami e prediletti da Dio", ricorda Jonathan Turley, professore di diritto pubblico alla George Washington University. Diego Rivera aveva accettato che la sua donna, Frida Kahlo, avesse relazioni con altri uomini e donne, Leon Trotsky compreso.
Hugh Hefner gira sempre accompagnato da almeno due girl-friends. E Warren Buffett, investitore diventato l'uomo più ricco del mondo, sino a quando - tre anni fa - gli è morta la moglie Susie, mandava auguri di Natale firmati da 'Warren, Susie and Astrid'. Astrid? La sua seconda e molto pubblica partner.
Sotto diversi nomi e in diversi contesti, il poliamorismo non è insomma fenomeno del tutto nuovo. Ma perché si sta diffondendo? E perché oltre che da artisti, pornografi, miliardari e hippies viene preso in considerazione e adottato da gente comune? "Visto che un matrimonio su due finisce davanti ai giudici, e le coppie sposate in America sono ormai una minoranza, la gente è diventata più disponibile ad accettare stili di vita diversi", sostiene Elisabeth Sheff, professoressa di sociologia alla Georgia State University e autrice di una ricerca accademica sul poliamorismo che l'ha portata a intervistare centinaia di individui. "Molti di noi hanno prima provato a far funzionare la monogamia", aggiunge la Wagner, due matrimoni alle spalle. "Ma questa non ti lascia vie d'uscita se il rapporto non funziona più: con quella persona chiudi. Il poliamorismo non è la panacea, ma consente di non chiedere tutto a una persona sola. Cercando altrove ciò che il partner non ti può dare".
I poliamoristi sono di vario tipo. C'è chi è coinvolto in un triangolo amoroso e chi fa parte di catene sentimentali di quattro o più persone. Sono in genere bianchi che abitano in aree metropolitane, hanno un buon livello di educazione e lavorano nell'informatica, occupazione che facilita la nascita di forti comunità operanti in Rete. "Non accettano gli si dica che la loro è una scelta dovuta a ragioni sessuali", aggiunge la Sheff. "Per loro è una questione di amore: di un diverso tipo di relazione affettiva". Ripetono anche che la fedeltà non ha basi biologiche, ed è per questo che il matrimonio spesso conduce a bugie, tradimenti e giudici.
Ma come si affrontano il sentimento, naturale e universale, della gelosia? Sostenendo che se amiamo non noi stessi ma il nostro partner la sua gioia deve diventare la nostra. Purché tutto sia vissuto con apertura e onestà. "Se James è felice con Nicole io sono felice per lui", conferma Rebecca, che assicura di non avere problemi a starsene a guardare la televisione mentre gli altri due amoreggiano di sopra, nella camera da letto. Passa Eric, il figlio di James e Nicole, che ha tre anni e che oggi è molto agitato. Rebecca lo rincorre e lo ferma, Nicole la ringrazia con lo sguardo. "Non so come fanno gli altri genitori a tirare su i figli da soli".
Mentre il loro numero cresce e diventano più visibili, i poliamoristi sono anche oggetto di disprezzo e di critiche. C'è chi li prende per degli ingenui attaccati a una visione utopica della realtà - e in effetti, a sentirne i racconti, le loro relazioni multiple sono molto spesso accompagnate da separazioni, liti e instabilità. Chi pensa che dietro gli idealistici propositi dei poliamoristi ci sia in realtà solo la ricerca della gratificazione sessuale, che sono semplici scambisti. E chi li attacca, naturalmente, sul piano morale. "Il matrimonio significa mettere l'altro davanti a te", sostiene Bill Maier, psicologo e vicepresidente di Focus on the Family, un'associazione evangelista. "È per questo che sono condannati al fallimento". Poi, aggiunge Maier, ci sono i costi: dopo i gay, anche i poliamoristi rivendicheranno pensioni, assistenza medica e altri benefici per i loro molteplici partner?
A tutti questi problemi vanno aggiunti i figli. Per timore che i tribunali glieli portino via, molti genitori poliamoristi tendono a tener nascosta la loro scelta di vita. Ma i figli sono una realtà e crescendo quasi sempre vivono con disagio il nucleo familiare del quale fanno parte. Per i più piccini, c'è però un libro di ninnenanne dal titolo molto evocativo. 'Else-Marie and Her Seven Little Daddies', si chiama. Ovvero: 'Else-Marie' e i suoi sette piccoli papà'.
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