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lunedì 4 agosto 2008

Pechino 2008: da Idem a Howe, i fratelli stranieri d’Italia.

(Panorama) Cubani, bulgari, cinesi: nati lontano, ma azzurri per necessità o più spesso per amore. È diventata una squadra nella squadra quella dei fratelli d’Italia, atleti folgorati sulla via del Bel paese e rimasti a sfilare e gareggiare sotto il tricolore.

Fino a qualche anno fa il gruppo si contava sulle dita di una mano: e quando si parlava di stranieri trapiantati in Italia il nome era uno solo, quello di Fiona May, britannica di origini giamaicane, “fiorentina” dopo le nozze con il suo allenatore Gianni Iapichino e ora star delle fiction della Rai.
Il numero degli oriundi da allora è cresciuto: ed è merito della globalizzazione se nella squadra italiana che tra quattro giorni comincerà l’avventura olimpica di Pechino gli “stranieri” sono addirittura venticinque. Alcuni sono diventati italiani grazie ai genitori, come la pongista Nikoleta Stefanova, bulgara di nascita, ma trapiantata in Italia dall’età di tre anni per seguire papà Stefan, campione, non a caso, del tennistavolo, chiamato a insegnare l’arte del ping pong a Ragusa. La passione ha contagiato soprattutto la figlia: campionessa italiana dal 2001 al 2006.
E ora la squadra per Pechino è “straniera” al 100 per cento: a fare compagnia alla Stefanova Tan Wenling Monfardini, sposata con un bolognese e madre di una bimba, e
Mihai Bobocica
, nato in Romania. Qualcuno invece “italiano” lo è diventato grazie a una deroga: Hristo Zlatanov (figlio Figlio di Dimitar Zlatanov, fuoriclasse della pallavolo bulgara negli anni ’70-’80), pallavolista della nazionale di Andrea Anastasi, dopo anni di serie A è riuscito ad avere l’ok dal presidente della federazione internazionale, Ruben Acosta, ed esordire in azzurro nel 1997. E subito dopo ottiene la cittadinanza.
Tra le donne il cambio di passaporto è quasi sempre dettato da questioni di cuore: Taismary Aguero, schiacciatrice 31enne, ha lasciato Cuba nel 2000 per sposare Alessio Botteghi: lei che con la maglia delle caraibiche ha vinto il titolo olimpico, punta a rivivere la stessa emozione con la nazionale di Massimo Barbolini.
Nella rosa ci sono anche Natalia Valeeva, campionessa dell’arco, che a 38 anni si cimenta nella sua quinta Olimpiade, con tre maglie diverse: prima quella della comunità degli stati indipendenti, poi la Moldova fino a quella azzurra.
Nell’atletica il numero degli “stranieri” è in costante crescita dopo la May: dalla Costa d’Avorio arriva Audrey Alloh, da Cuba Libania Grenot, che ha ottenuto il via libera dalla Iaaf proprio a ridosso dei Giochi (anche lei è sposata con un romano), e ancora la cubana Magdeline Martinez, naturalizzata dopo le nozze.
Il più titolato è Andrew Howe, nato a Los Angeles, ma reatino d’adozione dopo le seconde nozze della mamma Renee Felton con Ugo Besozzi: il campione europeo del lungo, con il mito di Carl Lewis, reduce da un infortunio a un mese dai Giochi cerca la consacrazione olimpica.
Tra i neo arrivati nella squadra di atletica anche il nigeriano che parla romano Jean Jacques Nkouloukidi: il 26enne che si allena ad Ostia si cimenta nella marcia. Due gli adottati nel canottaggio: il “portoghese” Bruno Mascarenhas e il ceco Jiri Vleck. Il Setterosa vanta l’ungherese Erzsebet Valkai, così come la squadra di ritmica, candidata al podio olimpico, annovera l’ucraina Angelica Savrajuk.
Dal variopinto gruppone non possono essere esclusi quelli nati in Paesi lontani, ma italiani a tutti gli effetti, come rivelano gli stessi cognomi. Si chiamano infatti Giuseppe Rossi, talentino dell’Olimpica di Casiraghi, nato a Clifton, negli Stati Uniti, o Zahra Bani, giavellottista di Mogadiscio ma solo di passaggio. E sempre nell’atletica c’è Jacques Riparelli (Camerun); due le azzurre nate in Sudafrica, Romina Armellini, nuotatatrice che ha sconfitto il cancro e ha ritrovato la vita nel paese dei suoi genitori, e Gabriella Bascelli (canottaggio).
Il Venezuela è il paese di nascita dell’altra nuotatrice Renata Spagnolo (nata a Caracas), mentre la collega dei tuffi, Noemi Batki è nata in Ungheria. “Argentino” il triatleta Daniel Fontana come il collega della vela Diego Romero (nato a Cordoba). La più conosciuta di tutti resta però Josefa Idem: 44 anni e due bambini, la campionessa della canoa nata a Goch, con la Germania ha disputato due Olimpiadi. La settima, e quinta in azzurro, sta per cominciare: Iosefa è ormai sinomimo di canoa azzurra, del resto è la più grande delle sorelle d’Italia.

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