Non si tratta semplicemente di un'opera sui generis. L'artista che ha sconvolto Madrid, proiettando il suo membro sulla cattedrale, aveva un preciso obbiettivo: protestare contro l'omofobia della Chiesa e contro la societá maschilista ed etero-patriarcale, dove la rappresentazione del pene è sempre stata considerata un tabù… Proietta il suo membro sulla Cattedrale. E' un'installazione.
(Affari italiani) Non si tratta semplicemente di un'opera sui generis. L'artista che ha sconvolto Madrid, proiettando il suo membro sulla cattedrale, aveva un preciso obbiettivo: protestare contro l'omofobia della Chiesa e contro la societá maschilista ed etero-patriarcale, dove la rappresentazione del pene è sempre stata considerata un tabù. Ma non solo. Anche contro la sorveglianza, il controllo e la strandarizzazione di corpi e soggetti nella societá di consumo.
A spiegarlo ad Affaritaliani è lo stesso autore delle installazioni Jaime Del Val che dopo aver letto l'articolo sul quotidiano online ha inviato una email alla redazione raccontando i reali obbiettivi del suo gesto e i contenuti del lavoro che svolge per il collettivo spagnolo in cui milita: REVERSO.
L'artista, durante le installazioni sembra quasi un marziano, con luci e fili attaccati sul corpo nei posti più impensabili, ma Jaime Del Val non è un maniaco sessuale, di quelli che si incontrano nel parco, bensì un artista.
La sua particolarità è quella di aver proiettato sui muri di Madrid l'immagine del proprio pene. Per far parlare ancora più di sè ha collocato la sua particolare installazione sulla facciata del cattedrale Almudena e sul Palazzo Reale di Madrid.
"La mia attività - spiega l'artista ad Affari Italiani nella lettera - fa parte di una protesta contro la società maschilista ed etero-patriarcale, contro l'omofobia della chiesa, ed anche contro la sorveglianza, il controllo e la standarizzazzione di corpi e soggetti nella societá di consumo, attraverso proiezioni di immagini amorfe e ambigue, di parti del mio corpo (tra cui i genitali), attarverso telecamere, e immagini proiettate su edifici simbolici del potere".
L'artista sostiene quindi che la sua non è un'azione maschilista: "Proiettare il pene non è segno di potere 'per impressionare' le donne - spiega - non sono un esibizionsta o un criminale. Quello che faccio è proiettare delle immagini amorfe, ambigue, di diverse parti del corpo, tra cui i genitali, affiancate sul corpo, su edifici simbolici del potere".
L'AZIONE- L'azione dell'artista ed attivista autodefinito "cyborg pangender" Jaime del Val, del gruppo REVERSO, avvenuta sui muri della cattedrale di Madrid il passato 24 luglio, era una protesta contro l'omofobia della chiesa, la societá maschilista, etero-patriarcale, oltre che contro la sorveglianza e la standarizzazione di corpi e soggetti nella società di consumo che vedono il loro effetto nel controllo sociale.
Nella lettera Del Val spiega anche che: "La proiezione dei genitali sulle mura della cattedrale è già il quarto di una serie di installazioni avvenute nelle ultime settimane a Madrid. La prima è avvenuta nel centro commerciale della città, contro la società di consumo, poi nella facciata principale del Museo D'arte Moderna Reina Sofía, come protesta contro le istituzioni culturali che funzionano come maschere del potere, poi d'avanti al Congresso dei deputati, per denunciare la debolezza delle democrazie che lavorano al servizio dei mercati e chiedendo una Legge Intersex, che ci permetta di identificarsi legalmente come intersessuale, o intergenere, e non soltanto come maschio o femmina".
E conclude: "Senza contare che la nudità in pubblico in Spagna è permessa per legge. Quindi non violo nessuna legge, ne posso essere considerato essibizionista dal punto di vista legale, dato che questo, secondo l'articolo 185 dal codice penale spagnolo è considerata soltanto l'esibizione oscena con provocazione sessuale d'avanti a minorenni e deficienti mentali".
-
Nessun commento:
Posta un commento