Non c'è partita. Il caso delle tessere gonfiate...
(Affari italiani) "Le firme alla nostra mozione sono 104, ovvero il 48% dei consensi del Comitato politico nazionale, Vendola è al 40%, le altre mozioni si fermano al 12% dei consensi". E' questo il quadro di adesioni alla mozione che fa riferimento all'ex ministro Paolo Ferrero, che viene delineato da Ramon Mantovani, e che lo porta a fare questa previsione: "Vinceremo il congresso in 3/4 delle regioni e proporremo una gestione unitaria del partito e non della maggioranza". Una posizione che Mantovani definisce contraria rispetto a quella di Nichi Vendola che, spiega, "ha in mente di esprimere una direzione maggioritaria". Tanto è vero, aggiunge, "che nella nostra proposta la scelta del segretario è affidata al Cpn. Loro hanno già deciso e non si è mai visto nella storia dei comunisti che qualcuno alzasse il dito per dire 'voglio essere il segretario'".
Ma "il punto politico del congresso di luglio è questo", prosegue l'esponente del Prc, "se noi vinciamo, Rifondazione continuerà ad esistere e si comincerà a costruire l'unità della sinistra. Se dovesse vincere la mozione Vendola", allora "procederebbero con la costituente di un nuovo soggetto e questo, ovviamente, alimenterà altre costituenti a partire da quella comunista, dividendo la sinistra. Su questo si vota al congresso: se Rifondazione deve continuare ad esistere". Però Vendola afferma che il Prc non si deve sciogliere? "Vendola - osserva Mantovani - dice che bisogna ripartire dal Prc per fare una costituente della sinistra". Insomma, "non dice con chiarezza quello che invece chiaramente dicevano e volevano fare Bertinotti e Giordano: il giorno dopo il voto avrebbero convocato la costituente per lanciare il nuovo partito. Un fatto compiuto che, mi dispiace per loro, è fallito".
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