Ora, però, il Partito Democratico sembra continuare a marciare nella stessa direzione. L’elezione che incombe, stavolta, è quella del coordinatore laziale, dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, rieletto presidente della provincia di Roma. E sul metodo che verrà utilizzato? Il primo stop arriva proprio da uno dei diretti interessati: “Sono contrario all’idea di selezionare e scegliere il segretario regionale attraverso le primarie” ha detto ieri Zingaretti. Al suo posto, sarebbe meglio “che venga scelto nell’assemblea regionale costituente perché legittimata dal voto popolare del 14 ottobre e che lo si faccia in tempi certi”.
Per succedergli, i candidati in lizza finora sono quattro: il senatore Luigi Zanda, il deputato Roberto Morassut, il consigliere regionale Mario Di Carlo e l’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Per loro, se verrà confermata la scelta di metodo, più che un viaggio tra “il popolo delle primarie” sarà meglio farsene uno tra i dirigenti delle varie sezioni di partito. Con ogni probabilità, saranno loro infatti a scegliere il nuovo coordinatore.
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