(Maria Zegarelli - L'Unità) È l’unica omosessuale - dichiarata - che siede in Parlamento, dopo l’ultima tornata elettorale che ha lasciato fuori Vladimir Luxuria, transgender, Franco Grillini, Titti De Simone. Lei non ama vestirsi in modo esuberante, preferisce i grigi tenui, si concede a volte il rosso, foulard e sciarpe di ottimo gusto, capelli sale e pepe portati con disinvoltura, militante nel partito da sempre, attivista del movimento omosessuale italiano, in Parlamento ci è arrivata dopo una lunga gavetta. Ci è arrivata quando la maggioranza è in mano al centrodestra con un forte bilanciamento a destra e se la battaglia per il riconoscimento dei diritti civili è stata un fallimento con il centrosinistra, chissà cosa succederà adesso. Ma Paola Concia, 44 anni, è abituata alle sfide, ai lunghi allenamenti prima di ottenere il risultato. E’ una maestra di tennis. Quando è arrivata a Montecitorio, stile sobrio, sorriso, profilo discreto, molto entusiasmo, tra le prime a farle gli auguri nell’attuale maggioranza figurano la ministra Giorgia Meloni e Alessandra Mussolini. Sarà battaglia? «I diritti degli omosessuali - ne è convinta - non sono né di destra né di sinistra: sono diritti umani ai quali è chiamato a dare risposte chiunque vada al governo».
Domani sarà il giorno del suo debutto in aula: parlerà a nome del Pd per celebrare la giornata contro l’Omofobia che si svolgerà il 17 maggio, ma sabato non ci saranno lavori d’aula e quindi si anticipa. Emozionata? Sì. «Domani presenteremo una mozione che impegna il governo in una campagna contro l’omofobia e la discriminazione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle Forze Armate. Chiederemo alla maggioranza e al governo di presentare disegni di legge al riguardo perché su questi temi non possono esserci divisioni». Insieme a Barbara Pollastrini e Gianni Cuperlo è tra i primi firmatari di una proposta di legge contro la violenza sulle donne - presentata la scorsa settimana - che contiene norme anche contro l’omofobia. Al Senato la stessa iniziativa è stata presa tra gli altri dal costituzionalista Stefano Ceccanti.
Con la ministra ombra Vittoria Franco, invece, sta lavorando alla legge sulle coppie di fatto. Non saranno Dico, né Pacs, né Cus. «Stiamo pensando anche ad altri istituti giuridici, come la partnership inglese e tedesca ad esempio», racconta Concia. Con le ministre Meloni e Garfagna vuole un incontro «perché in questo paese bisogna iniziare a far passare un messaggio culturale fondamentale: l’omosessualità deve essere considerata "normale"». Una sfida che Concia dovrà condurre anche nel suo stesso partito perché la posizione di Paola Binetti, Emanuela Baio Dossi e i teodem in generale è abbastanza chiara al riguardo: oltre il riconoscimento dei diritti individuali degli omosessuali non si può andare.
Al sindaco di Roma ha porto un invito: accompagnarla al cinema per vedere insieme il film «Improvvisamente l’inverno scorso», menzione speciale della giuria al Festival di Berlino, girato attorno alla quotidianità di una coppia gay alle prese con una legge sui diritti che non c’è. «Ancora aspetto di conoscere la sua risposta», racconta la deputata Pd, che tuttavia non dispera. Il film arriverà il 15 maggio. Lei è un treno in corsa, «anche se molto tempo lo dedico a studiare, perché un conto è lavorare fuori dal parlamento un conto è starci dentro». Nel cassetto c’è il testo di legge sulla responsabilità genitoriale per i bambini che vivono con genitori gay. «E’ una legge che tutela i minori - avverte sapendo che anche questo è un campo minato -. Oggi ci sono 100mila bambini in Italia in questa condizione. Se muore il genitore naturale il bambino viene sottratto al convivente sopravvissuto anche per anni è stata una figura affettiva di riferimento».
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